venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

Francesco: “Al mio funerale sarò nella bara, nessun catafalco”

Revisione del Pontefice sulle esequie papali

Da una revisione dei riti funebri papali agli intrighi del Conclave del 2005. Sono due argomenti che il Pontefice ha trattato nel libro-intervista scritto dal giornalista spagnolo Javier Martínez-Brocal intitolato ‘El Sucesor’ (che esce oggi). E le anticipazioni sono di certo interessanti, dato che Francesco ha svelato in primis i suoi piani per una significativa modifica dei funerali pontifici. Secondo quanto riferito dal Pontefice, l’idea di modificare le cerimonie funebri è nata dopo le solenni esequie di Benedetto XVI. Il Santo Padre ha ammesso che il protocollo tradizionale, caratterizzato da una lunga esposizione della salma su un catafalco, gli è sembrato eccessivo. Ma al momento dei funerali di Ratzinger, si astenne dall’interferire e permise che la cerimonia seguisse il tradizionale protocollo. “Non volevo intromettermi per niente e dissi, si proceda in totale libertà”, ha detto.

Il Vescovo di Roma ha espresso la sua convinzione che la morte dei Papi debba essere celebrata con dignità, simile a quella di qualsiasi altro cristiano, e non con una cerimonia eccessivamente pomposa. Ha criticato la prassi delle due veglie notturne e l’esposizione prolungata della salma, sottolineando che questa tradizione sarà modificata. “Quella di Benedetto XVI è stata l’ultima veglia fatta così, con il cadavere del Papa esposto fuori dalla bara, in un catafalco”, ha promesso.

Ha spiegato che il suo corpo non verrà sepolto nella Basilica di San Pietro, bensì a Santa Maria Maggiore, spiegando che ha già scelto il punto esatto in cui riposerà. Francesco ha raccontato che il luogo della sepoltura è già pronto, situato vicino a una scultura della Regina della Pace, in un’area che un tempo veniva utilizzata per riporre i lampadari.

Intrighi al Conclave

Il Papa nel libro parla anche del Conclave del 2005 che portò Ratzinger sul soglio pontificio: ebbene, quell’evento fu al centro di una serie di manovre intricate per bloccarne l’elezione. Il racconto di Francesco rivela un vortice di macchinazioni e intrighi, con il suo nome che veniva sfruttato per bloccare la candidatura del futuro Benedetto XVI. In pratica, il Pontefice ha affermato che nel 2005 ottenne 40 voti su 115 nella Cappella Sistina, sufficienti per ostacolare la candidatura di Ratzinger, poiché non avrebbe raggiunto i due terzi necessari per essere eletto Papa. In risposta alla domanda se i cardinali avrebbero potuto sceglierlo, Francesco ha affermato che non era questa l’idea di coloro che stavano dietro i voti. La strategia degli antiratzingeriani mirava a individuare un terzo nome di mediazione tra i due. Inoltre, ha chiarito che quando si rese conto dell’operazione in corso, mise in guardia un cardinale latinoamericano, il colombiano Darío Castrillón, sul fatto che non avrebbe accettato la candidatura e lasciò che Ratzinger fosse eletto.

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