L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) solleva l’allarme per il rapido deterioramento della crisi della fame nella Striscia di Gaza, dove si prevede che la carestia possa verificarsi in qualsiasi momento da qui a luglio, soprattutto nei governatorati del nord. La previsione è contenuta nel nuovo rapporto appena pubblicato dall’iniziativa globale Integrated Food Security Phase Classification (IPC). Le stime aggiornate indicano che l’intera popolazione nella Striscia di Gaza sta affrontando alti livelli di insicurezza alimentare acuta classificati nelle fasi dell’IPC 3 (Crisi), 4 (Emergenza) o 5 (Catastrofe). La condizione peggiore riguarda la metà della popolazione; ovvero circa 1,11 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare catastrofica (IPC Fase 5). Rispetto all’analisi precedente dell’IPC, pubblicata nel dicembre 2023, l’insicurezza alimentare acuta nella Striscia di Gaza si è accresciuta e ampliata con il 79% e il 92% in più di persone che scivolano in livelli catastrofici di fame registrato nel periodo attuale (metà febbraio – metà marzo) a quello previsto tra metà marzo e luglio prossimo.
Sull’orlo della carestia
“Questa analisi aggiornata dell’IPC convalida ciò che tutti temevamo: un approfondimento e rapido deterioramento della situazione della sicurezza alimentare a Gaza. La metà della popolazione sta affrontando livelli catastrofici di insicurezza alimentare”, ha dichiarato Beth Bechdol, vice direttore generale della FAO. “Siamo a un livello più alto mai registrato, a differenza di qualsiasi situazione abbiamo mai visto prima. A dicembre, il precedente rapporto dell’IPC ha segnalato che la carestia era probabile. Se non si intraprendono misure per cessare le ostilità e per fornire un maggiore accesso umanitario, la carestia ora è imminente. Potrebbe già accadere. È necessario un accesso immediato per facilitare la fornitura di assistenza urgente e critica su larga scala”.
Bambini malnutriti, adulti saltano i pasti
Secondo gli ultimi dati IPC, praticamente tutte le famiglie saltano i pasti ogni giorno e gli adulti stanno riducendo i loro pasti in modo che i bambini possano mangiare. Nei governatorati settentrionali, in quasi due terzi delle famiglie, la gente è andata a dormire senza aver mangiato durante il giorno almeno 10 volte in un mese. Dati recenti mostrano che, nei governatorati settentrionali, un bambino su tre sotto i due anni è gravemente malnutrito.
Crollo delle produzioni agroalimentari
La FAO ha ripetutamente chiesto misure urgenti per salvare la popolazione di Gaza: “la pace è un prerequisito per la sicurezza alimentare e il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale”. L’escalation delle ostilità ha fermato le forniture di acqua, cibo e carburante, causando il crollo di tutti i settori legati al cibo, tra cui la produzione vegetale, la produzione zootecnica e la pesca e l’acquacoltura. Circa il 60-70% del bestiame produttrici di carne e latticini sono stati uccisi o macellati prematuramente per soddisfare i terribili bisogni alimentari derivanti dal conflitto.