venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Il Papa: “Non lasciamo che venti di guerra spirino su Europa e Mediterraneo”

Nel messaggio ‘Urbi et Orbi’ l’appello contro i conflitti: “Bisogna liberare gli ostaggi e aiutare Gaza”

“Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”. Con una voce stanca, ma decisa, ieri il Papa nel corso del suo messaggio pasquale ‘Urbi et Orbi’ è tornato prepotentemente a parlare dei tanti conflitti che in questo momento stanno interessando l’intero pianeta, a partire da quanto sta accadendo in Ucraina e in Medioriente.

L’esortazione del Papa

“La guerra è un’assurdità”, ha sottolineato Francesco dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro davanti a 60mila fedeli, ricordando che le ostilità in atto continuano ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile e soprattutto sui più piccoli: “Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini. Hanno dimenticato di sorridere in quelle terre di guerra. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione?”, le parole del Pontefice che ha quindi chiesto ai leader mondiali (senza nominare Putin e Zelensky) che tutti almeno rispettino i principi del diritto internazionale, auspicando uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina. “Inoltre”, ha quindi aggiunto, “faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia”. Ha ricordato quindi di come le ostilità alla frontiera della nazione ebraica stiano aggravando anche il quadro interno libanese, “terra di incontro, convivenza e pluralismo”.

“Massi pesanti” e speranze

Il Santo Padre ha quindi lanciato un appello a una riflessione pasquale, evocando lo stupore delle donne che, all’alba del primo giorno della settimana, si recarono al sepolcro di Gesù, solo per trovarlo vuoto e sigillato da una grossa pietra. Questo episodio biblico, ha sottolineato il Vescovo di Roma, riflette la condizione attuale dell’umanità, dove “massi pesanti” minacciano le speranze di molte persone in tutto il mondo. Sono “massi”, ha chiarito il Papa, che includono le guerre, le crisi umanitarie, le violazioni dei diritti umani, la tratta di persone e molte altre sfide. Come la pietra che sigillava il sepolcro di Gesù, queste sfide sembrano insormontabili e soverchianti, ma la Pasqua ci ricorda che la speranza e la rinascita sono sempre possibili.

Carestie e siccità

Il Papa, profondamente colpito dalla prolungata siccità che ha scatenato carestia e fame in vaste aree africano, ha rivolto anche un appello urgente per l’apertura di “vie di pace nel continente nero”. Ha menzionato il Sudan, il Sahel, il Corno d’Africa, il Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e la provincia di Capo Delgado in Mozambico come alcune delle aree più colpite dalla sofferenza e dalla disperazione.

Diritti umani negati

Nel corso del suo messaggio Francesco ha espresso il suo dolore per i bambini non nati, per coloro che muoiono di fame o sono vittime di abusi e violenze. Con forza, ha condannato il commercio inumano di esseri umani, denunciando la tratta di persone come una grave violazione dei diritti umani: “Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di esseri umani?”, ha chiesto Papa Francesco, mettendo in evidenza l’urgente necessità di combattere questa piaga che continua a devastare vite innocenti in tutto il mondo.

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