Israele e Stati Uniti stanno mettendo a punto un ultimo intervento nella Striscia di Gaza che potrebbe essere alternativo all’offensiva militare. Ma il premier Netanyahu, prima di entrare in sala operatoria, ha ribadito che l’offensiva ci sarà dopo “alcuni preparativi.” Intanto Hamas dichiara che le posizioni nella trattativa “sono troppo lontane.” Il capo dello stato maggiore americano Charles Q. Brown ha avuto una conversazione tecnica con il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi durante la quale ha comunicato che gli Usa “non accetteranno” vittime civili di massa a Rafah. Gli Stati Uniti puntano a un’alternativa militare: messa in sicurezza del confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto con strumenti tecnologici per impedire il contrabbando di armi attraverso il cosiddetto Corridoio di Filadelfia, isolamento della città di Rafah, lanci di raid mirati e istituzione di una control room congiunta Usa-Israele. Non è nota la reazione del Governo di Tel Aviv anche perché il premier Netanyahu, ieri sera, è stato ricoverato per un intervento chirurgico all’ernia con anestesia generale. Capo provvisorio del Governo è il ministro della Giustizia, Yariv Levin.
Netanyahu prima della sala operatoria
Netanyahu prima dell’intervento medico ha tenuto una breve conferenza stampa durante la quale ha ripetuto che l’Idf è pronto a operare a Rafah, e che se l’operazione è stata ritardata non è per le pressioni degli Stati Uniti o per il Ramadan, ma perché “ci vogliono alcuni preparativi.” Ha ripetuto che i “battaglioni” di Hamas a Gaza saranno eliminati perché altrimenti non c’è vittoria. Riguardo le trattative e la richiesta di elezioni politiche ha risposto che Hamas sta “irrigidendo” le sue posizioni e le elezioni anticipate “paralizzerebbero i negoziati per la liberazione dei nostri ostaggi e porrebbe fine alla guerra prima di raggiungere i suoi obiettivi” e, soprattutto, che “Hamas sarebbe il primo a festeggiare.” Infine riguardo il suo stato di salute, il premier si è detto fiducioso che supererà l’intervento “con successo” e tornerà al lavoro “rapidamente.”
Armi nascoste negli ospedali
Per il momento è sospesa l’offensiva a Sud della Striscia, che era stata annunciata da Netanyahu per il 10 marzo e che pare essere accantonata. Continuano le trattative a Doha e anche al Cairo anche se Hamas parla di “posizioni ancora troppo lontane.” Ma le Forze di difesa israeliane (Idf) continuano a dare la caccia ai terroristi che sembrano utilizzare, più di altro, gli ospedali per mimetizzarsi. Nell’ospedale di al-Aqsa, a Gaza, si nascondevano miliziani della Jahad e c’era anche una sala comando. L’esercito racconta di aver trovato nascosti in letti e cuscini, e nei controsoffitti e dietro le pareti, del reparto maternità di un altro ospedale, al-Shifa, armi, esplosivi e munizioni. Per compiere l’operazione, ha spiegato l’esercito, sono stati evacuati circa 350 fra pazienti e personale medico dell’ospedale, trasferiti da un’altra parte del complesso ospedaliero.
Hamas accusa gli Stati Uniti
Hamas, da parte sua, ha “condannato fermamente” la decisione dell’Amministrazione Biden di dare il via libera al trasferimento di migliaia di bombe e aerei da combattimento all’esercito israeliano. “E’ la conferma della piena collaborazione” degli Stati Uniti “nella brutale guerra di sterminio” in corso nella Striscia di Gaza, si legge in un comunicato del movimento islamista. Hamas aggiunge che gli Usa stanno insistendo sull’aumento degli aiuti umanitari e sulla protezione dei civili nella Striscia di Gaza solo per “coprire i crimini in corso” da parte di Israele.
Violenze a Londra
Migliaia di manifestanti filo-palestinesi si sono radunati ieri a Londra contro la guerra di Israele a Gaza. La Palestine Solidarity Campaign, che ha organizzato l’evento, ha affermato che più di 200.000 persone si sono radunate a sostegno delle richieste per la fine immediata della guerra. La polizia metropolitana di Londra ha dichiarato di aver arrestato quattro persone per crimini d’odio, relativi all’ordine pubblico e reati di terrorismo.