lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

L’inverno demografico e l’autunno della crescita

L’Italia non è sola nella grande famiglia dei Paesi che registrano, ormai da vari lustri, una costante diminuzione delle nascite e un aumento dell’allungamento delle aspettative di vita.

In pratica sempre più vecchi e sempre meno giovani. Fino a qualche tempo fa si pensava che l’inverno demografico fosse una malattia dei Paesi occidentali e comunque di quelli che hanno un livello di ricchezza significativa, Cina inclusa. Gli ultimi dati dimostrano che questo fenomeno ha contagiato, in misura diversa, anche i Paesi poveri. In Africa la temuta bomba demografica non esplode perché la popolazione ha smesso di crescere ai ritmi vorticosi del passato. Urbanizzazione, accesso all’istruzione e cambiamenti nei modelli di vita delle donne hanno ridotto significativamente il numero di figli messi al mondo. Tendenza analoga si ritrova nei Paesi asiatici. Secondo alcuni studi nel 2100 solo 6 Paesi al mondo registreranno 2,1 figli per donna. Insomma sembra aprirsi un ciclo di riduzione complessiva della natalità nel mondo. La demografia è una scienza complessa che è costretta a modificare le proprie previsioni mano a mano che emergono tendenze inaspettate e imprevedibili nei comportamenti sociali. Ma in Italia abbiamo ignorato gli studi di questa disciplina per troppo tempo

Un conto è passare da una media di 7 figli per donna a una di 5 e un altro è passare da una media di 1,24 a una di 1,20 figli come succede in Italia.

La cronica diminuzione della popolazione giovane è devastante. Un Paese che si priva di energie nuove invecchia “mentalmente” e diventa sempre meno capace di capire e guidare i cambiamenti. Inoltre, dove c’è un welfare diffuso, se il peso delle persone che non lavorano e percepiscono la pensione non viene adeguatamente bilanciato da nuova forza lavoro che versi anche i contributi previdenziali si arriva ad una insostenibilità complessiva dei modelli di benessere. A soffrirne è la crescita economica che diventa asfittica per carenza di persone che lavorino.

Le politiche demografiche sono operazioni complesse che danno risultati nel medio termine. L’Italia avrebbe dovuto pensarci 30 anni fa a correggere le distorsioni già evidenti.Ma si deve correre ai ripari, mettere le donne in condizioni di poter essere mamme senza subire penalizzazioni di nessun genere e rendere la loro vita più semplice quando hanno figli.

Senza un’inversione rapida di rotta in Italia avremo un inverno demografico e un prolungato autunno della crescita. A bilanciare il saldo demografico -meno nati più morti- che fa -282mila italiani vengono in soccorso i flussi migratori che con + 275mila persone bilanciano il calo della popolazione. Insomma tutti i racconti ansiogeni sulla “invasione” dei migranti sono delle colossali sciocchezze, alla luce dei fatti.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Europa-Cina. Von der Leyen: accessi equi ai mercati

Ettore Di Bartolomeo

A quasi un anno dall’intrusione del pallone-spia cinese negli spazi aerei Usa, le relazioni tra i due Paesi sono in una fase di stallo

Valerio Servillo

Meloni a Parigi. Non solo Expo

Giuseppe Mazzei

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.