La Corte Suprema israeliana ha posto fine ai sussidi per gli uomini ultra-ortodossi esentati dal servizio militare. Questo storico verdetto potrebbe portare a profondi cambiamenti nel governo, influenzando una vasta comunità religiosa. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu si trova di fronte a una sfida senza precedenti per la stabilità del suo esecutivo, diviso sul tema del servizio militare. Il suo gabinetto di unità nazionale, creato in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, è ora a rischio.
Le tensioni sono acuite dalla posizione dei partiti ultra-ortodossi, storicamente alleati di Netanyahu, che desiderano mantenere le esenzioni militari. In contrasto, figure chiave del Gabinetto di Guerra, ex ufficiali di alto rango, enfatizzano l’importanza di un contributo equo di tutti i cittadini, specie durante il conflitto con Hamas a Gaza.
Idea elezioni anticipate
Il ritiro dei partiti ultra-ortodossi dalla coalizione potrebbe portare a elezioni anticipate, con Netanyahu in difficoltà nei sondaggi a causa del conflitto in corso. In Israele, il servizio militare obbligatorio interessa quasi tre anni per gli uomini e due anni per le donne. Tuttavia, gli ultra-ortodossi, che rappresentano circa il 13% della popolazione, hanno tradizionalmente beneficiato di esenzioni per studiare a tempo pieno nei seminari religiosi.
Queste deroghe, insieme agli stipendi statali concessi fino ai 26 anni di età, hanno scatenato il malcontento popolare, acuito dalla perdita di oltre 500 soldati israeliani in sei mesi di guerra. La Corte Suprema ha definito discriminatorio il sistema di esenzioni e ha dato tempo al governo fino a lunedì per proporre un nuovo piano, che dovrà essere approvato entro il 30 giugno. Netanyahu ha richiesto un’estensione di 30 giorni per raggiungere un accordo.
La Corte ha emesso un’ordinanza temporanea che impedisce al governo l’erogazione dei sussidi agli studenti religiosi di età compresa tra i 18 e i 26 anni che non hanno ottenuto un rinvio militare nell’ultimo anno, con sospensione dei pagamenti a partire dal 1° aprile. La decisione riguarderebbe circa un terzo dei 180.000 studenti di seminario beneficiari di aiuti governativi.