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Il governo e il grimaldello delle elezioni europee

mercoledì, 27 Marzo 2024
2 minuti di lettura

Sopravviverà il Governo Meloni alle elezioni europee di giugno? La domanda non è senza fondamento. Ma è correlata ad un’altra: può l’Italia non fare parte della maggioranza che governerà l’Europa per i prossimi 5 anni?

Salvini, nelle prossime urne, si gioca il tutto per tutto: aveva il 34% nel 2019, oggi viaggia intorno ad uno scarso 8%. Deve fare l’impossibile per non arretrare neanche di un decimale altrimenti il suo destino politico sarà segnato. Per riguadagnare terreno lancia una sfida agli alleati Meloni e Tajani: in Europa dobbiamo stare insieme così come stiamo insieme in Italia, altrimenti si crea un problema. In pratica, Salvini non vuole che Forza Italia e Fratelli d’Italia facciano parte di una maggioranza a Strasburgo diversa da quella del centrodestra. La sfida non sembra impensierire più di tanto gli altri due partner di governo.

Un’alleanza impossibile in Europa

Un conto è chiedere che nessun partito di questa maggioranza voti insieme alla sinistra in Europa, un altro conto è opporsi ad un eventuale accordo a due tra il Partito popolare europeo (Ppe), di cui fa parte Forza Italia, e il gruppo dei Conservatori riformisti (Ecr)in cui Fratelli d’Italia ha concrete speranze di poter essere la forza trainante. Salvini appartiene ad un’altra famiglia, quella di Identità e democrazia,(Id) che si colloca a destra degli amici di Giorgia Meloni. E sa benissimo che il Ppe non accetterebbe mai un’intesa con gli estremisti di destra tedeschi che stanno con lui e Le Pen. Quindi, l’ esclusione del gruppo di cui fa parte la Lega da un accordo Ppe-Ecr è inevitabile.

Salvini sospetta che Meloni e Tajani possano votare per il prossimo Presidente della Commissione insieme a Renew Europe il gruppo ispirato da Macron. E quindi si prepara a gridare al “tradimento” degli alleati che preferirebbero Macron a lui….

Impensabile un’Italia all’opposizione

In campagna elettorale l’argomento di Salvini può avere una certa efficacia sull’elettorato di centrodestra. Anche se quello che semina zizzania nella maggioranza italiana è proprio lui. Il leader della Lega non si rende conto che Meloni non è solo il capo di Fratelli d’Italia ma è il Presidente del Consiglio di un Paese fondatore dell’Europa che non può a cuor leggero restare fuori dalla maggioranza che governerà l’Ue per i prossimi 5 anni. Un’Italia all’opposizione della prossima Commissione perderebbe peso e complicherebbe molto la soluzione dei propri problemi, a partire dal rientro del debito e del deficit per finire al tema dell’immigrazione.

Salvini non ragiona come uomo di governo, ma come capo partito. Spera di riuscire a riprendersi un po’ dei tanti voti che Meloni gli ha sottratto. Se dovesse superare il 10% c’è da giurare che farà il diavolo a quattro e che punterà tutto sul ritorno di Trump alla Casa Bianca.In questa ipotesi, nella mente di Salvini, Washington potrebbe preferire lui a Meloni per la guida di un governo ”amico “ in Italia e quindi a Novembre potrebbe accadere di tutto.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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