venerdì, 15 Novembre, 2024
Esteri

Onu: “Cessate il fuoco”. Usa astenuti. No di Israele. Annullata visita da Biden

La tregua può iniziare con il rilascio del primo ostaggio. Tajani: passo in avanti positivo

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Un lungo applauso ha accolto la decisione. Il documento ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione degli Stati Uniti. Cosa che ha fatto infuriare il premier israeliano Netanyahu che ha annullato la partenza per Washington di una delegazione di alto livello israeliana che avrebbe dovuto discutere dell’offensiva a Rafah e degli aiuti umanitari ai palestinesi della Striscia. Hamas esulta per la decisione e sottolinea la sua “disponibilità” ad impegnarsi in un “immediato processo di scambio di prigionieri”. Il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani ha commentato dicendo che si tratta “di un primo positivo passo in avanti.”

Guterres: ora va attuata

La risoluzione Onu, presentata dal Mozambico, chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca al silenzio delle armi durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie. Sono stati superati i veti incrociati dei precedenti tentativi e il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha dichiarato che la risoluzione era “tanto attesa”, che “deve essere attuata” e un “suo fallimento sarebbe imperdonabile.” Gli Stati Uniti, attraverso il portavoce del Consiglio di Sicurezza John Kirby, hanno spiegato che la decisione di astenersi “non deve essere percepita come un’escalation da parte di Israele” e ha spiegato che “l’astensione non cambia” la politica statunitense nell’area. Mentre il premier Netanyahu l’ha presa malissimo: ha bloccato una delegazione guidata dal ministro Gallant che stava per partire per gli Usa e ha sostenuto che il voto americano “è un passo indietro chiaro dalle posizioni costanti degli Usa dall’inizio della guerra. Questo ritiro colpisce lo sforzo bellico per liberare i nostri ostaggi perché offre a Hamas la speranza che pressioni internazionali gli consentiranno di ottenere un cessate il fuoco senza liberarli”.

I dettagli e le parole

A scrivere il testo della risoluzione sono stati il Mozambico, sostenuto da Algeria, Guyana, Ecuador, Giappone, Malta, Sierra Leone, Slovenia, Sud Corea e Svizzera. La discussione è ruotata intorno al termine “durevole” relativo al cessate il fuoco. Il diplomatico russo ha chiesto di poter presentare un emendamento che sostituisse il temine “durevole” con “permanente”. Ma l’Assemblea non ha appoggiato e nonostante la Russia non ha posto il veto. Comunque l’ambasciatore Vassily Nebenzia ha commentato dicendo che la mancata modifica “annacqua il testo e lascia spazio alle interpretazioni, permettendo a Israele di riprendere le operazioni militari in qualsiasi momento”.

La posizione americana

L’ambasciatrice statunitense, Linda Thomas-Greenfield, subito dopo il voto ha chiesto la liberazione degli ostaggi: “dobbiamo mettere pressione su Hamas – ha detto – il cessate il fuoco può iniziare immediatamente con il rilascio del primo ostaggio e questo è l’unico percorso.” L’ambasciatrice ha anche aggiunto che gli Usa hanno deciso di astenersi invece di votare a favore poiché “alcune modifiche chiave chieste da Washington sono state ignorate, inclusa la domanda di aggiungere una condanna di Hamas”. Poco prima dell’approvazione della risoluzione Hamas aveva accusato gli Stati Uniti di essere responsabili dello stallo nei colloqui per un cessate il fuoco a Gaza, Hasam Badran aveva dichiarato che “l’amministrazione americana è la ragione principale dello stallo di qualsiasi accordo” aggiungendo che Washington è “partner militare” di Israele.

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