mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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Israele accetta il piano Usa. Hamas insoddisfatto, prende tempo

Il Patriarca di Gerusalemme, Pizzaballa: “Gerusalemme città sacra a tutti”

Nella domenica della Palme arrivano notizie positive dal tavolo dei negoziati di Doha: la delegazione israeliana ha accettato la proposta di compromesso avanzata dagli Stati Uniti e riferita agli accordi di Parigi. Ci sarebbe una concordanza sul rapporto tra la liberazione degli ostaggi nella mani di Hamas e il numero di prigionieri palestinesi da scarcerare. Hamas sembrerebbe essersi dichiarato ancora “insoddisfatto”, ma tutte le delegazioni hanno lasciato dei negoziatori a Doha e questo può essere un indizio che le trattative stiano continuando. Uno dei nodi aperti sarebbe la contrarietà di Israele a rinunciare ad un corridoio terrestre creato, a fini operativi militari, nel centro della striscia di Gaza, mentre Hamas vuole un esplicito cessate il fuoco. Nella domenica delle Palme, il Patriarca latino di Gerusalemme, nel messaggio per la Processione ha inviato il suo pensiero a chi non potrà partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa (Israele ha impedito ai cristiani in Giordania di andare a Gerusalemme) e anche ai pellegrini che non potranno esserci. Un’assenza che non scoraggia, dice, perché “non siamo soli e non siamo abbandonati, e soprattutto non abbiamo paura!” Ieri il ministro della difesa Yoav Gallant si è recato negli Stati Uniti dove oggi incontra il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ed il capo della Cia William Burns. Gallant sta trattando con il Pentagono il piano di salvaguardia dei civili della Striscia e le condizioni per il dopoguerra. Mentre sull’eventuale offensiva israeliana a Rafah è intervenuto la vice Presidente degli Usa, Kamala Harris: “non escludo nulla”, ha detto in un’intervista televisiva: “siamo stati chiari in diverse conversazioni e in ogni modo sul fatto che qualsiasi grande operazione militare a Rafah sarebbe un enorme errore.” E poi ha aggiunto: “ho studiato le mappe: non c’è nessun posto dove queste persone, un milione e mezzo, possano andare”.

Pizzaballa: preghiamo perché scenda la pace

La preghiera del Patriarca Pizzaballa è che su Gerusalemme scenda la pace. Sebbene la Terra di Gesù, seppur Santa, sia oggi “ferita, perché invasa da tanto odio e rancore”, ha detto il Patriarca, “l’amore verso di essa non cambia.” È l’amore verso una “Città sacra a tutti, ma spesso dissacrata” dai suoi stessi abitanti, laddove “servire Dio e servire l’uomo” dovrebbero coincidere, ma “sembrano invece due estremi che non s’incontrano mai”. “Sappiamo bene – scrive a chi vive sotto i bombardamenti – quanto sia difficile stare dentro quella terribile notte che sembra non finire mai, resistere uniti e saldi, dentro la violenza che vi circonda e la fame”. Tutto il sostegno possibile verrà dato, garantisce, anche con le preghiere, affinché “questa notte passi quanto prima”. L’invito che il porporato rivolge è quello di non scoraggiarsi, perché per tutti “verrà l’alba del terzo giorno, l’annuncio di risurrezione”.

Ospedali-covi sotto assedio

Intanto l’esercito israeliano hanno confermato l’inizio di una nuova offensiva nella zona di Al Amal, nella città di Khan Younis, a Gaza, dove si trova un ospedale attualmente circondato dalle forze israeliane, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese. Secondo quanto annunciato, l’offensiva è condotta dalla 98ma divisione dell’esercito israeliano e mira a “smantellare le infrastrutture terroristiche ed a eliminare i terroristi nell’area”. L’operazione è stata preceduta da attacchi aerei contro 40 obiettivi di Hamas nella zona, “compresi gli edifici utilizzati dal gruppo terroristico, i tunnel e altre infrastrutture”, affermano i militari. La Mezzaluna Rossa aveva precedentemente denunciato che “veicoli israeliani” stavano circondando l’ospedale di Al Amal, “effettuando estesi lavori di scavo” intorno ad esso, lanciando l’allarme per i suoi dipendenti, “in estremo pericolo” perché “completamente bloccati”.

Houthi attaccano nave cinese

Sul fronte del mar Rosso gli Houthi, nonostante l’accordo con Russia e Cina, hanno lanciato quattro missili balistici antinave (ASBM) verso una petroliera battente bandiera panamense, di proprietà e con armatore cinesi. La nave, la M/V Huang Pu, ha emesso una richiesta di soccorso ma non ha avuto necessità di assistenza. Ha subito danni minimi e un incendio a bordo è stato subito circoscritto. Non sono state riportate vittime e la nave ha ripreso la sua rotta.

Paura per figlio di Netanyahu

Il servizio di controspionaggio israeliano Shin Bet ha avvertito un israeliano che vive negli Stati uniti di non divulgare dettagli su dove si trova Yair Netanyahu, per paura di potenziali danni al figlio del primo ministro. Lo segnala Haaretz.Offir Gutelzon, cittadino Usa residente in California, è tra i leader del movimento di protesta contro Benjamin Netanyahu al di fuori di Israele. In passato, Yair Netanyahu ha chiesto un ordine restrittivo in Israele contro Gutelzon, poi ritirato. Gutelzon avrebbe ricevuto la scorsa settimana chiamate via WhatsApp da uno sconosciuto che si è identificato come “Gavri”, auto-identificatosi come coordinatore nel Dipartimento di Shin Bet per il controspionaggio e la prevenzione della sovversione nel settore ebraico, noto colloquialmente come Dipartimento ebraico. Secondo Haaretz il figlio di Netanyahu è protetto all’estero dallo Shin Bet, al costo di circa 1 milione di shekel (277.000 dollari) per i primi sette mesi del suo soggiorno in America.

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