giovedì, 21 Novembre, 2024
Attualità

Terrore a Mosca. Attentato in una sala concerto: decine di morti e feriti

Almeno quattro uomini in mimetica, con mitragliatrici automatiche, hanno aperto il fuoco al Crocus City Hall, il più grande auditorium di Mosca, nel nord-ovest della capitale. Secondo prime informazioni ci sarebbero tra le 12 e 40 persone uccise e altre decine ferite. Sono state lanciate anche granate e una bomba incendiaria che ha innescato un incendio che tiene intrappolate le persone e rende difficile i soccorsi. Al momento dell’attacco nella sala concerti erano presenti centinaia di persone. Sono intervenute le squadre speciali di reazione rapida russa (Sobr) e le Unità speciali mobili della polizia (Omon). Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ha ordinato di fornire tutta l’assistenza necessaria e ha detto “è una terribile tragedia.” Una decina di giorni fa l’Ambasciata americana a Mosca aveva diffuso un “alert” di sicurezza in cui si segnalava il rischio di attacchi terroristici nella capitale russa. Anche la Farnesina aveva suggerito di evitare la capitale russa e stare lontani dagli assembramenti. “I nostri pensieri vanno alle vittime di questo terribile attacco” ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, commentando la notizia.

Danni ambientali dal raid

Ieri si sono contati anche tanti danni ambientali collaterali dopo il pesante attacco, nella notte, di missili russi in Ucraina. Dalla centrale idroelettrica del Dnipro, è stata rilevata una contaminazione del suolo e prodotti petroliferi sono fuoriusciti nel fiume. Lo riferisce su Telegram l’Ispettorato statale del distretto meridionale ucraino. “Come risultato dell’attacco sull’impianto, è stata registrata la contaminazione del suolo e prodotti petroliferi sono penetrati nel corpo idrico del fiume Dnipro” ha scritto l’ispettorato, aggiungendo che gli specialisti “hanno prelevato campioni d’acqua” e “selezionato campioni di terreno per i test di laboratorio”. Ieri più di un milione di persone sono rimaste senza servizi essenziali a causa dell’interruzione della corrente elettrica dopo che una pioggia di missili si è abbattuta sull’Ucraina.

90 missili e 60 droni

Il Presidente Zelensky è stato il primo a raccontare su Telegram: “nella notte i russi hanno attaccato con 90 missili e 60 droni. Il mondo vede con la massima chiarezza gli obiettivi dei terroristi russi: centrali elettriche e linee di approvvigionamento energetico, una diga idroelettrica, normali edifici residenziali, persino un filobus. La Russia è in guerra contro la vita della gente comune”. La società per l’energia atomica di Kiev lancia l’allarme: “la centrale nucleare di Zaporizhzhia è sull’orlo del blackout“. Il ministro dell’energia parla del “più grande attacco al settore energetico ucraino degli ultimi tempi”. Sono rimaste senza servizi Charkiv e la regione, Zaporizhzhia, Sumy, Poltava, Dnipro, Odesa, Khmelnytsky, Vinnytsia e Frankivsk.

Colpita anche la centrale Dnipro

A Kharkiv c’è stato un vero e proprio collasso energetico dopo 15 attacchi contro impianti energetici che hanno fatto sprofondare la città nell’oscurità quasi completa. “Tutti i servizi di emergenza sono già operativi”, ha riferito Oleh Synehubov, capo dell’amministrazione militare regionale. Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha sottolineato che a causa della mancanza di energia elettrica nelle sottostazioni di pompaggio, la città si trova ad affrontare problemi di approvvigionamento idrico. “Purtroppo è stata colpita la più grande centrale idroelettrica dell’Ucraina, la centrale idroelettrica Dnipro a Zaporizhzhia. Nonostante la situazione alla diga dell’impianto è sotto controllo.”

Rischio guerra mondiale

Gli Stati Uniti hanno esortato l’Ucraina a fermare gli attacchi alle infrastrutture energetiche russe, avvertendo che i bombardamenti aerei rischiano di provocare ritorsioni e di far salire i prezzi del petrolio a livello mondiale. Il Cremlino, tramite il portavoce di Putin, ha dichiarato che il governo russo preferirebbe che “gli Usa invitassero” Kiev ad “astenersi” dagli attacchi “alle strutture sociali civili e agli edifici residenziali”. Tre giorni fa, il governatore dell’oblast russa di Belgorod, Viaceslav Gladkov, ha accusato le truppe ucraine di aver provocato la morte di 16 civili e il ferimento di altri 98 nei raid sulla regione della settimana precedente. L’esercito russo è a sua volta accusato di aver provocato la morte di diverse migliaia di civili ucraini e il vice primo ministro Olha Stefanishynaha affermato che le raffinerie di petrolio nel territorio russo sono obiettivi militari legittimi e che “operazioni di grande successo” sono state condotte sul territorio della Federazione Russa. “Ci sono anche dichiarazioni di altri funzionari secondo cui questi sono obiettivi assolutamente legali da un punto di vista militare. Comprendiamo gli appelli dei partner americani. Allo stesso tempo, stiamo lottando con le capacità, le risorse e le pratiche di cui disponiamo oggi.”

Zelensky: è il costo dei ritardi

Il Presidente Zelensky si è scagliato contro i ritardi degli aiuti e ha scritto sui social: “non ci sono ritardi nei missili russi, al contrario di quanto accade per i pacchetti di aiuti destinati al nostro Paese. Gli Shaheed non sono indecisi, come alcuni politici. È importante capire il costo dei ritardi e delle decisioni tardive.” Mentre la Russia, secondo gli ucraini, starebbe creando un nuovo gruppo di truppe con più di 100.000 soldati ed è possibile che tenti di lanciare una nuova offensiva durante l’estate.

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