Le disposizioni contenute nel decreto che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro, sia a sostegno dei lavoratori dei cantieri navali deceduti o tuttora vittime di malattie dovute all’esposizione alle fibre di amianto che alle stesse società che hanno provocato quelle malattie, a causa della mancata tutela della salute di quei lavoratori, “sono risultate ancora più inique a seguito della pubblicazione del decreto attuativo del Ministero del Lavoro, in quanto le vittime sono state equiparate alle imprese condannate nei tribunali a risarcire le vittime per gli omicidi colposi che hanno determinato. Un’assurdità “rafforzata” dagli altri 60 milioni previsti nell’ultima legge di bilancio a sostegno della norma per il triennio 2024, 2025 e 2026.” Lo sostiene Fortunato Cassini, presidente di Anmil del Friuli Venezia Giulia, riguardo il nuovo fondo amianto.
Indennizzi alle vittime
L’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, ritiene invece che sia una priorità riconoscere gli indennizzi alle vittime, e non solo a quelle indicate dai decreti (che limitano l’accesso agli indennizzi solo alle vittime e ai familiari dei deceduti che hanno promosso azioni legali o per i quali le società hanno proposto accordi di conciliazione). Infatti sono molte le vittime dei cantieri navali o i loro familiari superstiti che, avviliti e sconfortati da queste patologie mortali, spesso anche incapaci di sostenere battaglie legali lunghe e costose, non hanno sporto denuncia o a richiesto alcun indennizzo.
Rivedere il provvedimento
Cassini spiega: “riteniamo giusto attuare una revisione del provvedimento che consenta di utilizzare interamente gli 80 milioni stanziati dal Governo solo a favore dei lavoratori dei cantieri navali deceduti o che si ammalano a causa dell’amianto respirato durante l’attività lavorativa. Mentre le società condannate proprio per aver provocato questi danni e che hanno accordato degli indennizzi alle vittime, devono far fronte con le proprie risorse ai risarcimenti stabiliti dai tribunali, mentre in luogo delle ditte di appalto o subappalto che sono fallite, per le loro vittime può e deve sopperire la disponibilità delle risorse stanziate dal Governo.”
Sono danni alla salute
L’Anmil, inoltre, ritiene corretto definire la copertura di questi indennizzi a carico dell’Inail e non a carico della fiscalità generale, in quanto sono risorse destinate a risarcire danni alla salute dei lavoratori causati dalle imprese durante l’attività lavorativa. Come anche si rende indispensabile allargare a tutti i lavoratori vittime dell’amianto gli indennizzi definiti per i lavoratori dei cantieri navali, finanziando e riformando il primo fondo per le vittime dell’amianto che riguardava tutti i lavoratori previsto con legge del 2007 e superando l’approccio per singole tipologie di attività lavorative.