Sembra un paradosso, ma non lo è. A contrastare l’idea di inviare truppe di terra in Ucraina del Presidente francese Macron, è il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Smorza le polemiche la dichiarazione del capo della diplomazia ucraina che ha ribadito la necessità di armi e munizioni, ma ha negato che a Kiev servano soldati. “Quando Macron ha parlato di inviare truppe in Ucraina, i leader europei si sono fatti prendere dal panico – ha dichiarato Kuleba – Macron intendeva solo dire che c’è l’ipotesi di addestrare soldati ucraini direttamente in Ucraina e non fuori come sta avvenendo ora. Non abbiamo mai chiesto uomini e truppe da combattimento, siamo orgogliosi dei nostri soldati”. Chiuso questo tema, oggi e domani il Consiglio europeo dà il via libera ai già stanziati 4,5 miliardi di euro per gli aiuti. La Commissaria Ursula von der Leyen, che ha ricevuto il premier ucraino Shmyhal ha annunciato che “in aprile, quando le condizioni saranno raggiunte, ci sarà un’altra tranche. Sono lieta poi di ricevere il Piano per l’Ucraina, per rilanciare gli investimenti e avvicinarsi alla nostra Unione: sono fiduciosa che a breve potremo chiedere la Consiglio di approvarlo: il piano servirà da base anche per altri donatori.”
L’Unione sovietica e l’impero russo
Kuleba, che nei giorni scorsi è tornato a parlare della Conferenza di pace in Svizzera, ha affermato che “le nostre forze armate continuano a difendere il Paese dall’invasore russo lungo un fronte attivo di 1.200 chilometri. Se pensiamo che i piani dei russi erano di distruggerci in qualche giorno, non ci sono riusciti, ma il loro obiettivo rimane lo stesso”. Le intenzioni di Putin, secondo il ministro ucraino, sono di “espandersi” per l’Europa e per l’Asia centrale e “ripristinare l’influenza dell’Unione sovietica e dell’impero russo.” Tra i contendenti ora cerca di mediare anche il primo ministro indiano Narendra Modi che ieri ha avuto colloqui telefonici separati con il Presidente russo Vladimir Putin e con quello ucraino Volodymyr Zelensky in vista di una visita del ministro degli Esteri ucraino, la prossima settimana, a Nuova Delhi. Modi ha affermato il “costante sostegno dell’India a tutti gli sforzi per la pace e per porre fine al più presto al conflitto in corso”.
Contenzioso sul patrimonio sequestrato
L’Unione europea intanto ha sancito che Mosca “non può accampare diritti” sui profitti generati dagli asset della Banca Centrale immobilizzati presso le istituzioni di deposito accentrato (in inglese Central Securities Depository o Csd) poiché queste entrate “non sono di proprietà della Russia” ma della Csd e maturano “solo a causa dell’immobilizzazione e sono già soggette alla tassazione nazionale.” I profitti del patrimonio congelato si stimano tra i 2,5 e 3 miliardi di euro l’anno e il 90% sarebbe incanalato attraverso il Fondo europeo per la pace per acquistare armi per l’Ucraina. Il resto utilizzato per il recupero e la ricostruzione. I profitti sono i rendimenti di circa 210 miliardi di euro di attività della banca centrale russa detenute in varie valute nell’Unione europea a 27 paesi. Le attività russe sono detenute dai depositari centrali di titoli dell’Unione europea, principalmente la belga Euroclear, che tratterrà il 3% per le spese operative e tratterrà temporaneamente il 10% dei profitti come salvaguardia contro le azioni legali della Russia. I tentativi della Ue di utilizzare i proventi dai capitali russi congelati in Europa è un nuovo passo nella “violazione delle basi delle leggi europee” ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Troppi morti, accelerare gli aiuti
Sul campo aumentano i morti e i feriti. Le perdite delle Forze armate ucraine negli ultimi tre mesi hanno superato le 71mila unità. Lo ha dichiarato il capo del ministero della Difesa russa, Sergei Shoigu, aggiungendo che il dato “è quasi tre volte superiore alle cifre dello stesso periodo dell’anno scorso”. Shoigu ha dichiarato che l’esercito continua a respingere il nemico dalle sue posizioni e non gli consente di prendere piede su nuove linee. Infatti il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha chiesto “un’accelerazione dell’assistenza militare”.