sabato, 22 Febbraio, 2025
Esteri

Netanyahu: prende tempo su Rafah e invia i piani al Pentagono

Blinken: "Israele faccia entrare a Gaza il capo dell’Unrwa"

Anche il premier israeliano, Netanyahu, nonostante le dichiarazioni non si allontana da una certa realpolitik: senza l’appoggio degli Stati Uniti non può dare il via all’offensiva su Rafah, e infatti non lo fa. In un video nel quale si rivolge direttamente ai cittadini ha dichiarato che “ci vorrà del tempo.” L’esercito continuerà a operare nel sud della Striscia, ma i tempi di un’offensiva pesante di terra si allungano. Netanyahu lo dice mentre è in Medio Oriente, per la sesta volta dall’inizio della guerra, il Segretario di Stato americano, Antony Blinken che in un primo momento aveva addirittura fatto trapelare la notizie che non sarebbe andato a Tel Aviv. E intanto continua la querelle sull’Unrwa, l’organizzazione dell’Onu alla quale molti stati, Italia compresa, hanno sospeso i finanziamenti per il coinvolgimento di alcuni suoi dipendenti nell’attacco a Israele il 7 ottobre scorso. Prosegue per il terzo giorno quella che l’esercito israeliano definisce “una operazione precisa” di antiterrorismo all’interno dell’ospedale Shifa di Gaza e degli edifici vicini. Finora – ha reso noto il portavoce militare israeliano – “sono stati uccisi circa 90 terroristi, 300 sospetti sono stati interrogati nell’area dell’ospedale e altri 160 sono stati trasferiti in Israele per essere interrogati”.

Delegazione israeliana al Pentagono

Non solo Netanyahu rimanda da settimane la temuta offensiva su Rafah, ma ha inviato anche una delegazione a Washington per illustrare nel dettaglio il piano. In un video afferma: “mentre ci prepariamo ad entrare a Rafah, cosa che richiederà del tempo, continuiamo ad operare con tutte le nostre forze. Continuiamo a operare a Khan Younis, nei campi centrali, per l’eliminazione e la cattura di alti esponenti di Hamas, come abbiamo appena fatto all’ospedale Al Shifa, eliminando centinaia di terroristi. Come vi ho promesso più e più volte, siamo determinati a ottenere la vittoria assoluta e la otterremo.” Mentre è confermato che la prossima settimana una delegazione israeliano, con a capo il ministro della Difesa, Yoav Gallant andrà in visita al Pentagono proprio per discutere dell’intervento nel sud della Striscia.

Blinken: assistere i civili

Domani, invece, il Segretario di Stato Usa Antony Blinken, che è già stato in Arabia Saudita e poi andrà in Egitto, parlerà dei colloqui in corso per il rilascio di tutti gli ostaggi con il governo israeliano: “discuterà della necessità di garantire la sconfitta di Hamas, anche a Rafah, in un modo che protegga la popolazione civile, non ostacoli la fornitura di assistenza umanitaria e promuova la sicurezza complessiva di Israele”. Il capo della diplomazia americana inoltre “discuterà degli sforzi statunitensi e internazionali per aumentare e sostenere in modo significativo la fornitura di assistenza umanitaria ai civili che soffrono per la mancanza di adeguate forniture alimentari. E aggiornerà anche i leader israeliani sui suoi colloqui con i leader arabi per costruire pace e sicurezza durature per israeliani, palestinesi e per la regione in generale”. “Gaza sta affrontando una carestia, questo è inaccettabile. È fondamentale raggiungere rapidamente un accordo su un cessate il fuoco ora, che consenta il rilascio degli ostaggi e più aiuti umanitari di raggiungere Gaza”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nella conferenza stampa con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

Unrwa: l’Italia attende l’inchiesta

Gli Stati Uniti hanno anche ufficialmente chiesto, attraverso il Dipartimento di Stato, che “Israele faccia entrare il capo dell’Unrwa a Gaza”. Mentre l’ Arabia Saudita ha annunciato una donazione di 40 milioni di dollari all’Agenzia Onu per i palestinesi alla quale molti paesi hanno bloccato i fondi dopo le accuse di Israele a 12 dipendenti di aver preso parte alla strage del 7 ottobre. L’Italia ha confermato la sospensione nel trasferimento di fondi in attesa della conclusione di un’inchiesta condotta dalle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla Camera dei deputati ha spiegato che l’indagine potrebbe concludersi a fine aprile. “Con l’inchiesta ancora in corso”, ha aggiunto il ministro, “è doveroso attendere”. Secondo Tajani, “l’indagine deve essere condotta con il massimo rigore”, perché “ne va della credibilità dell’Agenzia stessa”. L’inchiesta dell’Onu è coordinata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna.

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