domenica, 15 Dicembre, 2024
Attualità

Arera avvia un’indagine conoscitiva per far luce sulle tariffe di gestione dei rifiuti urbani

“Riconoscere i costi efficienti del servizio di gestione dei rifiuti e determinare le tariffe alla luce del paradigma della Circular Economy”. Con questo intento, l’Autorità di Regolazione per Energia e Ambiente (ARERA) ha avviato un’indagine conoscitiva, annunciando azioni strategiche e linee di intervento, sui criteri di articolazione dei corrispettivi applicati nel servizio di gestione dei rifiuti urbani con riferimento sia alle utenze domestiche sia alle utenze non domestiche, al fine di verificare i criteri di articolazione tariffaria attualmente in uso, alla luce del principio “chi inquina paga”. Con la deliberazione del provvedimento, avvenuta in data 6 febbraio 2024, ARERA è chiamata ad accompagnare l’applicazione della disciplina tariffaria per il settore dei rifiuti, varata nell’agosto 2021, contribuendo a creare le condizioni per il raggiungimento dei nuovi target europei e nazionali. Le azioni strategiche e le linee di intervento del provvedimento coprono il quadriennio 2022-2025. L’Autorità prevede che l’indagine conoscitiva si concluda entro il termine del 30 settembre 2024.

Evidenziate significative difformità

Il provvedimento si concentra su numerosi aspetti. Come già rappresentato nella Relazione annuale 2023, con riferimento al secondo periodo regolatorio 2022-2025, l’Autorità ha ricevuto le predisposizioni tariffarie relative a quasi 6.000 ambiti tariffari, per un totale di circa 52 milioni di abitanti serviti (pari a circa il 90% della popolazione nazionale), coincidenti nella quasi totalità dei casi con singoli comuni (99,6%), con soli 26 ambiti di estensione pluri-comunale, attestando quindi “un’estrema e pervasiva parcellizzazione tariffaria, con effetti potenzialmente rilevanti di eterogeneità dei corrispettivi”. Peraltro, fa notare ARERA, “dalle elaborazioni effettuate su tale campione, con riferimento al valore unitari delle entrate tariffarie per l’anno 2022 emerge la significativa difformità in primis dei costi sottesi del servizio integrato, trasferiti agli utenti, con l’80% delle predisposizioni tariffarie distribuito nell’ampia forbice compresa tra 227 euro a tonnellata e 567 euro/t di rifiuto urbano prodotto (a fronte di una media per l’Italia di 406 euro/t) e con taluni casi che si discostano, in misura significativa, dagli estremi indicati”. Inoltre, nelle dodici pagine del provvedimento, in uno specifico approfondimento eseguito su un campione ristretto di proposte tariffarie per il secondo periodo regolatorio, per una popolazione residente complessivamente servita di 6,5 milioni di abitanti, sempre in merito ai corrispettivi applicati per l’anno 2022, ARERA evidenzia come “non sempre sia possibile rinvenire nelle delibere di approvazione dei corrispettivi la percentuale di ripartizione delle entrate tariffarie tra le categorie di utenza domestica e di utenza non domestica, con una quota attribuita alle utenze domestiche, qualora esplicitata, generalmente superiore (in media circa il 54% delle entrate tariffarie grava su tale categoria nel campione considerato)”.

Le linee di intervento

Le linee di intervento previste dall’indagine conoscitiva lanciata dall’Autorità di Regolazione per Energia e Ambiente sono: “aggiornamento e integrazione del metodo tariffario rifiuti”, allo scopo di mantenere un limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie e dei corrispettivi; “revisione dell’attuale disciplina in materia di corrispettivi applicati agli utenti”, in merito ai criteri di ripartizione delle entrate tariffarie tra utenze domestiche e non domestiche (in rispetto al principio comunitario del “Pay-As-You-Throw” (chi inquina paga) con effetti positivi anche in termini di prevenzione della produzione di rifiuti; “determinazione e aggiornamento dei costi efficienti per la gestione della raccolta differenziata, del trasporto, nonché delle operazioni di cernita o di altre operazioni preliminari”, impostando su corretti e imprescindibili criteri di sostenibilità e di efficienza, il fondamentale principio della “Extended Producer Responsibility” (EPR), per una configurazione delle filiere più efficace; “disciplina dei criteri e delle modalità per la definizione della componente a copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati”, anche definendone le relative modalità di indicazione negli avvisi di pagamento e vigilando sul corretto utilizzo delle risorse che ne derivano (in coerenza con gli esiti della discussione parlamentare in ordine alle “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (legge SalvaMare)”. La visione strategica dell’attuale Consiliatura è ispirata dall’esigenza di garantire a tutti i cittadini, servizi energetici e ambientali accessibili, anche in termini economici, efficienti ed erogati con livelli di qualità crescente e convergente, nelle diverse aree del Paese. Al contempo, gli stessi dovranno essere sostenibili sotto il profilo ambientale, integrati a livello europeo, allineati ai principi dell’economia circolare e contribuire alla competitività del sistema nazionale.

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