Negli ultimi otto anni, il panorama degli investimenti delle imprese a controllo estero in Italia ha registrato una crescita significativa, contribuendo in modo tangibile al processo di accumulazione di capitale del Paese. Sono dati che emergono dal V Rapporto dell’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss, presentato a Roma nel corso del secondo Annual Meeting dell’Advisory Board Investitori Esteri di Confindustria. Secondo lo studio, nel periodo 2014-2022, gli investimenti delle grandi imprese, sia estere che italiane, hanno rappresentato circa un decimo degli investimenti complessivi dell’industria e il 6% del settore dei servizi. Si tratta di imprese che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’incremento delle esportazioni italiane, contribuendo per oltre il 34% del totale nel periodo 2015-2021.
Le imprese a controllo estero risultano essere particolarmente attive nei settori manifatturiero e automobilistico, esportando una vasta gamma di prodotti e servizi. La loro propensione all’innovazione è evidente, con investimenti significativi in ricerca e sviluppo che nel 2021 hanno superato i 5 miliardi di euro, registrando un aumento del 23,4% rispetto all’anno precedente, e rappresentando quasi il 33% della spesa privata in R&S. Contribuiscono poi in modo rilevante alla domanda di brevetti in Italia, con oltre il 12% delle domande presentate. Inoltre, queste imprese contribuiscono in modo sostanziale alla domanda di brevetti in Italia, con oltre il 12% delle domande presentate.
L’aumento
Attualmente, le imprese a capitale estero attive in Italia sono 17.641, registrando un aumento dell’11,8% rispetto al 2019: sono concentrate principalmente nei settori farmaceutico, automobilistico, energetico, chimico, informatico e commerciale, con una presenza significativa anche nei settori ad alta tecnologia dell’industria e in quelli ad alta intensità di conoscenza nei servizi. La maggior parte di queste imprese ha sede nell’Unione europea, Nord America e altri Paesi europei, con Stati Uniti, Francia e Germania che contribuiscono per oltre la metà del valore aggiunto complessivo. Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e Presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri, ha sottolineato il ruolo di queste imprese nei settori ad alta tecnologia e la loro attenzione all’economia circolare, al monitoraggio dell’inquinamento e alla mobilità sostenibile. Ma nel contempo ha evidenziato che queste imprese devono affrontare sfide significative, tra cui la carenza di personale qualificato e gli oneri burocratici.
Luigi Gubitosi, Presidente Luiss, ha sottolineato l’importanza di creare un ambiente favorevole agli investimenti per consentire alle multinazionali di tracciare un’agenda per il futuro, che porti a occupazione e innovazione nel Paese.
Marco Travaglia, Presidente e AD del Gruppo Nestlé in Italia e Coordinatore dell’Osservatorio, ha ribadito il contributo positivo delle imprese estere, sottolineando la loro propensione a investire in settori strategici come la ricerca e lo sviluppo, nonché l’importanza del capitale umano per la crescita competitiva dell’intero sistema produttivo nazionale.