martedì, 17 Dicembre, 2024
Lavoro

Confartigianato lancia l’allarme: 125mila Mpi pioniere dell’IA, ma manca il 55% personale

Mancano all’appello ben 246.000 lavoratori 'digitali'

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale rappresenta una pietra miliare nella trasformazione digitale delle imprese, ma per molte micro e piccole imprese italiane, questa transizione è ostacolata dalla difficoltà di trovare personale qualificato. Secondo un rapporto presentato da Confartigianato, su 134.000 imprese italiane pioniere nell’utilizzo dell’IA, ben 125.000 stanno affrontando sfide legate alla carenza di risorse umane qualificate. La mancanza di personale con elevate competenze digitali è un problema significativo per il 54,9% delle imprese, un dato che supera la media europea del 54,1%. Questa difficoltà è addirittura considerata più grave rispetto ad altri problemi, come la burocrazia e l’accesso al credito. In particolare, sono richiesti lavoratori con competenze avanzate in ambito digitale, ma ne mancano all’appello ben 246.000.

Il rapporto evidenzia che le difficoltà sono maggiori in alcune regioni, come il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e l’Umbria, dove è introvabile rispettivamente il 67,2%, il 65,2% e il 63,8% dei lavoratori con elevate competenze digitali richieste dalle imprese. Anche regioni con una forte economia come il Veneto, l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Piemonte, presentano carenze significative di personale qualificato.

La carenza

Le professioni più colpite da questa carenza sono quelle legate alla gestione di tecnologie come big data analytics, internet of things e robotica. A esempio, il settore dell’automotive registra un tasso di introvabilità dell’84% per meccanici e autoriparatori, mentre il settore dei macchinari utensili ha una difficoltà di reperimento del 84%. Per fronteggiare questa sfida, due piccole imprese su tre hanno attivato collaborazioni con le scuole, soprattutto quelle a indirizzo tecnico e professionale, per attrarre e trattenere personale qualificato. Ma è evidente la necessità di una politica formativa adeguata per affrontare questa emergenza e cogliere le opportunità offerte dall’IA per la crescita economica e l’occupazione. Le piccole imprese italiane stanno adottando l’IA principalmente per esigenze di sicurezza informatica, ottimizzazione dei processi produttivi, automazione delle funzioni di vendita online e applicazioni nella prevenzione e nella cura mediche. Inoltre, l’Italia si distingue a livello europeo per l’uso crescente di sistemi robotizzati, confermando il ruolo trainante delle imprese artigiane nell’innovazione e nella competitività del Made in Italy.

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