Forte del suo ruolo di vicepresidente del Consiglio e della frequentazione di leader politici internazionali esperti in democrazia, Matteo Salvini è salito in cattedra e ci ha propinato una originale lezione, a proposito del voto in Russia. Ha commentato la rielezione di Putin con queste solenni parole: “Quando un popolo vota ha sempre ragione (…) Le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde”.
Più chiaro di così!! Salvini ci ha dato una notizia: in Russia c’è stato qualcuno che ha perso le elezioni e che avrebbe potuto vincerle al posto di Putin. In realtà, nessuno si era accorto che lo zar avesse mai messo nel conto di poter essere sconfitto. Eppure Salvini, che di Putin è sempre stato un estimatore e anche amico, questa ipotesi non l’aveva esclusa. Sarà stato bene informato. Ma chi era allora il candidato che poteva insidiare la quinta rielezione di Putin? Salvini non fa nomi, immaginiamo, per riservatezza.
Anche perché, se Putin conoscesse le generalità di chi ha rischiato di batterlo, forse non se ne starebbe con le mani mano, conoscendo la suscettibilità dell’inquilino del Cremlino. Così rimane il mistero su chi sia il vero perdente in Russia. Ma noi un’ ipotesi ce l’abbiamo. Salvini non dubita che le presidenziali russe siano avvenute secondo le regole di una democrazia appena decente. Tutto regolare. Sono state libere elezioni: chi voleva poteva candidarsi, salvo quelli che sono stati esclusi.
Il voto era segreto, soprattutto quello online messo al riparo da occhi indiscreti, ma anche quello “cartaceo” in fondo era molto tutelato da urne trasparenti: d’altro canto la democrazia non è basata sulla trasparenza?
E poi tutto si è svolto senza che qualcuno potesse manipolare le urne: chi, per esempio protestava e poteva togliere serenità agli scrutatori, è stato subito affidato alle amorevoli cure degli Omon. Quelli che potevano inquinare il voto col loro dissenso erano stati per tempo messi nelle gelide galere e chi aveva osato sfidare il clima della Siberia, povero lui, era pure morto. Uno a caso, di nome Navalny.
Le elezioni sono state talmente regolari che non c’è stato neanche bisogno di ospitare osservatori internazionali indipendenti che normalmente vigilano su brogli e altre nefandezze tipiche di regimi malati. E allora torniamo all’interrogativo: chi è lo sconfitto? Ha un solo nome caro Salvini. Lo sconfitto è il popolo russo: privato della libertà, oppresso da una dittatura che spegne sul nascere ogni forma di dissenso, tenuto all’oscuro della verità, senza una stampa indipendente, soffocato dalla propaganda e obbligato perfino ad andare a votare: l’ultima e più vergognosa umiliazione…