“Con il focus di Milano sui testi unici relativi alle norme del sistema tributario si è sancito l’avvio di un percorso comune tra le Fondazioni dei dottori commercialisti e degli esperti contabili del territorio che da oggi si rimboccheranno le maniche per lavorare insieme in favore della crescita e dello sviluppo di una categoria professionale che sia sempre più moderna, formata e al passo con i tempi. Grazie a questa unità di intenti è stato possibile condurre sulla strada giusta anche il dialogo con l’Agenzia delle Entrate e con le istituzioni nazionali e locali con le quali si registra un rinnovato rapporto di grande collaborazione. A beneficiarne saranno non solo i professionisti ma anche le imprese e le famiglie”. Lo ha dichiarato Luigi Pagliuca, presidente della Fondazione commercialisti Odcec Milano, nel corso del Cnpr Forum “La riforma fiscale: presentazione dei testi unici”, in occasione del convegno promosso dalla Fondazione meneghina in collaborazione con le Fondazioni dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze, Napoli, Torino e Roma.
Dai rappresentanti delle Fondazioni emerge ottimismo per la presentazione dei Testi unici che dovrebbero fare maggiore chiarezza, come testimonia Andrea Borghini (numero uno Fondazione Telos Centro studi Odcec Roma): “La nostra attività prevalente riguarda la fiscalità, per questo siamo impegnati a rileggere questa riorganizzazione di un sistema tributario tra i più complessi, in modo da poterlo riformare. Sapere che questo sistema diventa intellegibile a noi e ai contribuenti è un buon inizio. Ci troviamo di fronte a un primo passo importante di fronte al quale anche i professionisti, come suggerito dallo stesso Viceministro Leo, dovranno abituarsi a leggere le norme sotto questa nuova ottica”.
Secondo Roberto Frascinelli (presidente della Fondazione Piero Piccatti e Aldo Milanese dell’Odcec di Torino): “Il problema che ci poniamo è il cambiamento del ruolo del dottore commercialista che nell’immaginario collettivo è visto come colui che provvede a una serie di adempimenti. Oggi invece le norme fiscali in evoluzione e quelle sulla crisi d’impresa portano a una evoluzione del ruolo che deve offrire una attività consulenziale e di supporto nell’interpretazione delle norme nell’ottica di una ripresa positiva del rapporto tra contribuente e sistema fiscale. Anche l’introduzione della negoziazione è un elemento positivo che riduce i contenziosi e porta a una cultura sul pagamento dei contributi non più conflittuale”.
Ottimista anche Vincenzo Moretta (presidente della Fondazione Odcec di Napoli): “Sono tante le novità fiscali della riforma Leo che sta portando il rapporto tra contribuente e fisco, con l’intermediazione dei commercialisti, a livelli molto alti. Ciò grazie alla compliance, all’adempimento collaborativo, il concordato preventivo biennale, istituti che danno la possibilità di dialogare e individuare il rischio fiscale prima ancora che questo diventi un reato. Questa azione di prevenzione aiuta a trovare le soluzioni adatte risparmiando tante energie da ambo le parti. Il coinvolgimento dei professionisti in questo processo ha dato buoni frutti”. Tanti i contributi offerti nel corso dei lavori dai rappresentanti degli Ordini territoriali.
Marcella Caradonna (presidente dell’Odcec di Milano): “Riponiamo tante speranze in questo nuovo percorso che porta alla realizzazione di testi normativi che devono essere espressione di una confluenza di interessi positivi dei professionisti, dei contribuenti e dello Stato. Work in progress monitoreremo come si concretizzeranno auspicando che si abbia la necessaria attenzione soprattutto per le categorie dei più fragili affinchè ricevano maggiori tutele in ambito fiscale”.
Luca Asvisio (presidente Odcec di Torino): “Per i commercialisti l’interlocuzione con il Viceministro Leo è importante perché dà valore e riconosce il ruolo che ricopriamo nel Paese. La nostra è una figura importante a fianco delle imprese e dei contribuenti. Andiamo verso una riduzione delle sanzioni e delle aliquote. L’obiettivo è l’aumento del gettito con una riduzione della base dell’evasione per arrivare alle aliquote fiscali il più possibile integrate. Prima di scrivere delle leggi è importante il dialogo e il confronto con noi commercialisti e questo non può che farci guardare al futuro con fiducia.
Giovanni Battista Calì (presidente dell’Odcec di Roma): “Le norme sostanziali contano fino a un certo punto. Ciò che conta davvero sono i contribuenti, l’amministrazione finanziaria e il loro rapporto. Bisogna vincere una sfida culturale per avere una normativa che consenta di avere un cambio di passo reale su questo aspetto. Ben venga la riorganizzazione dell’intera materia fiscale attraverso i testi unici ma io darei la precedenza sempre alla compliance e al miglioramento di un rapporto che per anni è stato conflittuale”.
Ettore Perrotti (presidente Odcec de L’Aquila e Sulmona): “Siamo allo start up di nuove consultazioni che auspichiamo possano rappresentare una nuova era per il fisco italiano. Speriamo oggi di poter dare spunti interessanti come operatori della materia. Chi vive il fisco e deve guidare i propri clienti nella giungla normativa spera sempre che sia possibile semplificare di molto le norme affinché si riesca a riavvicinare le parti, contribuenti e Stato, nell’interesse comune di migliorare le proprie condizioni”.
Agostino Soave (presidente dell’Odcec di Salerno): “Aspettavamo da oltre 50 anni una riforma organica che potesse riorganizzare il sistema tributario italiano. Speriamo sia la volta buona. Ci sono ancora delle criticità da superare ma sono ottimista. E’ evidente che il ruolo dei commercialisti è centrale e ci faremo trovare pronti rispetto alle nostre skills e saremo al fianco di imprese e cittadini per aiutarli nella conoscenza dei nuovi testi unici che sappiano superare i diversi scollegamenti registrati dalla complessità della normativa precedente”.
Enrico Terzani (presidente Odcec di Firenze): “Parliamo di una riforma epocale che manda in soffitta i vecchi testi del 1971 sui quali abbiamo studiato, rendendo l’intera materia al passo con i tempi. Ci aspettiamo una semplificazione degli adempimenti snellendone la mole, migliorare il rapporto con il fisco e avere meno incertezze normative e più tutele in sede di contenzioso. I passaggi sull’obbligo dell’Agenzia di rispondere sull’autotutela e l’obbligo per le commissioni tributarie di adeguarsi alle sentenze penali li ritengo accorgimenti importanti”.
Eustachio Ventura (presidente dell’Odcec di Cosenza): “Da tanto tempo aspettavamo una riforma complessiva della materia. Con la partenza delle consultazioni sui testi unici per ascoltare la voce dei professionisti e dei contribuenti insieme agli accademici si è compiuto un primo passo importante per superare la frammentazione normativa e la disomogeneità in materia fiscale. Occorre tener conto delle sollecitazioni che verranno dalla nostra categoria per ottenere vantaggi importanti per i cittadini”.
Salvatore Virgillito (presidente dell’Odcec di Catania): “Ritengo che questo momento rappresenti una svolta epocale non solo per la nostra categoria ma per l’intero sistema Paese. Se non c’è certezza e stabilità delle norme, l’Italia non potrà mai essere attrattiva per gli imprenditori, soprattutto quelli esteri. Il ruolo dei commercialisti diventa fondamentale in questo momento di passaggio che registrerà una crescita significativa della nostra professione soprattutto per ciò che riguarda la consulenza ai nostri clienti”.
Michele de Tavonatti (vicepresidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti): “E’ una svolta epocale la riforma fiscale del viceministro Leo. Interessa molto di più i tecnici che i cittadini, ai quali dovremo spiegarla nel dettaglio. Bisognava forse ridurre un po’ di più le imposte rimodulando le aliquote irpef in favore del cittadino. Per ora ci accontentiamo e speriamo in un calendario più adeguato alle scadenze, una semplificazione e una riduzione degli adempimenti e una razionalizzazione che dia impulso a un rapporto più moderno tra cittadini, intermediari e fisco”.
Salvatore Regalbuto (tesoriere Cndcec delegato Area fiscalità): “Un cambio radicale della nostra quotidianità, già iniziato in questo 2024 con tante novità del decreto sanzioni e quello riscossioni oltre al concordato preventivo biennale con il quale dovremo iniziare a prendere dimestichezza da subito. Bisogna rendere lo strumento il più possibile appetibile da una platea più ampia, parliamo ad esempio di 4,5 milioni di partite iva. Un fisco che dialoghi evitando conflittualità e puntando sulla compliance è possibile, a patto che ci siano regole giuste”.
Dorina Casadei (vicepresidente della Fondazione Telos): “Il viceministro Leo ha dimostrato molto coraggio per dare vita a un’opera grandiosa di cui c’era gran bisogno. Per redigere i testi unici, solo per l’inventario, sono stati revisionati circa tremila testi normativi con il risultato di un salto di qualità enorme nella civiltà giuridica. Pensiamo all’autotutela, allo Statuto del contribuente, istituti che ci consentono di avanzare anche in chiave europea. I Princìpi della legge delega sono di altissimo profilo. Ora tocca a tutti noi contribuire affinché diventino realtà”.
Andrea Bongi (dottore commercialista): “Una svolta attesa da decenni grazie a un lavoro straordinario dietro la redazione di questi testi unici con oltre 3300 pagine redatte. Ci sono voluti mesi per la raccolta dell’intera normativa tributaria che in questi decenni ha interessato l’ambito fiscale. Questo è un segnale forte anche per i legislatori del futuro che dovranno necessariamente produrre modifiche che si richiamino ai testi unici. Diversamente torneremo a disperdere norme nell’ordinamento che poi diventa difficile raccogliere, interpretare e applicare”.
Dopo la relazione di Antonino Iacono (dirigente della divisione contribuenti dell’Agenzia delle Entrate), il confronto è entrato nel vivo con l’intervento del vice ministro all’Economia e Finanze, Maurizio Leo, che ha sottolineato come “la riforma fiscale dia grande attenzione prima di tutto ai contribuenti onesti, quelli che non si sottraggono ai loro doveri ma vivono un momento di difficoltà finanziaria. Per venire incontro alle loro esigenze si è provveduto a ridurre le sanzioni e a offrire la possibilità di ulteriori rateizzazioni. Con i testi unici si è proceduto a una svolta importante perché si dà organicità e linearità all’intera normativa fiscale. che rimettiamo alle considerazioni degli addetti ai lavori nei prossimi mesi: tutti i suggerimenti saranno ben accolti. La novità è che in questo modo cambiamo i materiali su cui si fonda l’attività dei professionisti”.
Ernesto Maria Ruffini (direttore dell’Agenzia delle Entrate) nel suo intervento ha sottolineato che “i testi unici dell’Agenzia delle Entrate in materia fiscale sono un riferimento normativo finalmente semplice, nel quale vengono organizzate anche le agevolazioni fiscali. La stratificazione normativa che si è succeduta negli anni ha creato un labirinto, una giungla normativa che rende difficile conoscere il perimetro di gioco e le regole di ingaggio, oppure offre la possibilità ai contribuenti meno leali di nascondersi. Organizzare le norme è dunque un primo passo di grande importanza: essere riusciti a sistematizzare tremila articoli di legge e 7/800 disposizioni normative in 9 testi unici a disposizione dei contribuenti è una svolta. Un modo per garantire anche il principio di uguaglianza, dando la possibilità ai contribuenti di conoscere il perimetro del sistema tributario italiano. Sono testi che, tra l’altro, aggiorneremo man mano che il governo approverà nuove leggi. Da quest’anno – ha aggiunto Ruffini – esisterà, inoltre, un modello lineare e ulteriormente semplificato della dichiarazione dei redditi. Per i professionisti sarà come avere un praticante in studio che compila un pre-lavorato. L’obiettivo è portare avanti questa collaborazione tra le parti interessate”.