“Il governo avvii un tavolo di consultazione dei diversi rappresentanti della filiera dei veicoli a fine vita (produttori, demolitori, riciclatori) per definire una posizione condivisa sul prossimo Regolamento europeo relativo agli End of Life Vehicles (ELV) che il Governo nazionale possa portare in Europa”. Lo chiede Assoambiente, l’associazione delle imprese del settore, che teme il nuovo regolamento dell’Unione.
Per tutti serve una normativa che stimoli l’innovazione tecnologica e l’abilità delle imprese di far fronte ai problemi anche in questo settore. Occorre rafforzare la sinergia tra tutti i componenti della filiera per definire una posizione che poi il governo italiano possa supportare in Europa.
Ancora punti non chiari
Il presidente delle imprese dei Servizi ambientali e Economia circolare, Anselmo Calò ha sottolineato come “oggi esistono molti punti di convergenza tra i produttori di auto e i diversi attori della filiera del trattamento dei veicoli a fine vita. Su altri, come ad esempio la responsabilità estesa del produttore, andrà trovato un punto di incontro. E’ quindi quanto mai opportuno che, in attesa che (presumibilmente dopo l’estate) riparta il dibattito a livello di Parlamento europeo sul Regolamento, il Governo avvii un Tavolo di consultazione con i diversi stakeholder con l’obiettivo di individuare una posizione unica che faccia la sintesi delle diverse istanze. In altri Paesi europei sono stati proprio i Governi a incentivare la costituzione di tavoli permanenti. Il Regolamento rappresenta un’occasione unica per consolidare a livello europeo un settore pilastro dell’economia circolare”.
Gava: Italia modello di economia circolare
Una prima risposta positiva all’appello è arrivata dalla vice ministro del Ministero dell’Ambiente Vannia Gava che ha sottolineato la necessità della lotta alla sindrome Nimby attraverso la conoscenza delle imprese “tecnologicamente evolute.” “L’Italia – ha spiegato la vice ministro – è un modello di economia circolare a livello europeo e non può non essere ascoltata . Nel settore della demolizione veicoli occorre fare un salto di qualità, anche perché le operazioni di riciclo delle componenti dei veicoli ci possono aiutare a reperire le materie prime critiche. Il nuovo Regolamento aiuterà a raggiungere i risultati attesi, omogenizzando il quadro legislativo. Siamo disponibili, come fatto in passato, ad aprire nuovamente il dialogo con tutte le rappresentanze della filiera e farci portavoce in Europa di una proposta condivisa”.
Contrari a centri raccolta temporanei
La richiesta di un tavolo di concertazione viene daglistakeholders della filiera del fine vita dei veicoli: Gianmarco Giorda (Anfia), Antonio Cernicchiaro (Unrae), Cinzia Vezzosi (Assofermet ed Euric) e i rappresentati delle Associazioni dei Demolitori e dei Frantumatori Anselmo Calò (Ada), Ruggiero Delvecchio (Adq), e Stefano Leoni (Aira). Tutti registrano una sostanziale convergenza su diversi punti contenuti nel testo della proposta di Regolamento, a partire dalla regolamentazione dell’export dei veicoli, alla maggiore tracciabilità di veicoli fuori uso e dei componenti venduti come ricambi e dall’opposizione alla norma che consente la consegna dei veicoli elettrici senza batteria da trazione e con parti mancanti (contrasto al cosiddetto “fai da te”), fino alla assoluta contrarietà ai centri di raccolta temporanei, nonché alla rimozione obbligatoria di materiali e componenti per cui non c’è un mercato. Resta ferma la necessità che gli impianti raggiungano l’obiettivo di riciclo sancito dalla norma. Tra i temi affrontati anche il reimpiego delle plastiche provenienti dal trattamento dei veicoli per motivi di sicurezza e per praticabilità effettiva.