“Il vento è cambiato” così aveva esclamato Schlein in preda da un irrefrenabile entusiasmo per la sconfitta del centrodestra in Sardegna. Non è passato neanche un mese e al posto del vento nuovo c’è una tempesta che si è scatenata non contro la maggioranza ma all’interno delle opposizioni.
L’euforia aveva fatto illudere Pd e Avs che il tanto agognato “campo largo” fosse diventato una realtà. Più prudente era stato Conte che aveva parlato di “campo giusto”, sottintendendo che il volemose bene delle opposizioni funziona solo quando sono i 5S a dettare le condizioni e che si vince solo se il candidato è del Movimento. Ma nessuno a sinistra capisce la morale contiana.
In Abruzzo è stata la fuga dal voto dei 5 Stelle ad affossare il candidato delle sinistre. In Basilicata è andata in scena una commedia dell’arte il cui copione è stato scritto e riscritto da Giuseppe Conte: veti contro Calenda, nomi improbabili, candidati a loro insaputa, figuracce a catena del Pd. In Piemonte il Pd ha pensato di fare una furbata: ha giocato d’anticipo facendo il nome di Gianna Pentenero ma non potrà contare sui voti dei 5S che andrà da solo.
Niente male per un campo che doveva essere il più largo possibile ma che ,in realtà, è solo pieno di mine. Al punto che vien da chiedersi: ma se Schlein e Conte si non si mettono d’accordo neanche per una Regione di 500mila abitanti come possono pensare di trovare un’intesa seria per governare il Paese?
Pd e 5s sanno benissimo che da soli sono condannati alla sconfitta e che neanche unendosi tra loro e con Avs la vittoria è a portata di mano. Quello che manca al “campo” per essere praticabile è la componente moderata che fa sempre la differenza quando si devono costruire le coalizioni.
Ma l’ostacolo alla componente moderata è insormontabile: è la politica di Conte demagogica e populista in casa e poco affidabile in ambito internazionale. A questo si aggiunga la determinazione del leader 5S a dettare legge: vorrebbe superare in voti il Pd ma non è un’operazione facile e allora vuol dimostrare nei fratti che le carte le dà lui. Essendo più smaliziato di Schlein… ci sta riuscendo.
Se la tornata complessiva delle regionali si dovesse concludere con la riconferma non solo di Marsilio anche di Bardi e di Cirio, qualcuno nel Pd si porrà o no il problema che l’unico vincitore sarebbe Giuseppe Conte che ha conquistato una regione mentre? E che forse è il caso di cambiare strategia senza illudersi di costruire un nuovo Ulivo che nascerebbe con la xilella? Peraltro a fare da disturbatore in questa ipotetica riedizione dell’ammucchiata di Prodi non sarebbe un piccolo partito come quello che di Bertinotti ma la seconda forza della coalizione, cioè il Movimento guidato da Conte.