Era il 16 marzo del 1978 quando l’Italia si svegliò con una terribile notizia proveniente da Roma: il rapimento da parte delle Brigate rosse del Segretario della Democrazia cristiana Aldo Moro e la conseguente uccisione della sua scorta (composta da Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino) nell’oramai famigerato agguato di via Fani. Uno degli attacchi più duri di tutti i tempi alla politica italiana, culminata poi con l’omicidio dello stesso Moro quasi due mesi dopo, il 9 maggio.
Onore al sacrificio
E ieri, a 48 anni da quella tragica data, sono stati tanti a ricordare i cinque agenti di scorta barbaramente assassinati dalle Br. “A noi tutti”, ha detto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più”. Il Premier ha parlato di servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere la democrazia, la Repubblica e le sue istituzioni: “A loro e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine”. Il vile attentato di via Fani è stato definitivo come “un attacco al cuore della democrazia, una ferita che lasciò cicatrici profonde nella storia del Paese” dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Un folle disegno brigatista che colpì tutta l’Italia, “ma le solide fondamenta, su cui poggiano le nostre istituzioni democratiche, seppero resistere al peso della barbarie grazie alla forza di coesione che tutte le forze politiche e la società civile misero in campo per difendere i valori consacrati nella nostra Costituzione”.
Non strizzare l’occhio ai terroristi
Il Vicepremier Matteo Salvini, ribandendo della necessità di difendere sempre le libertà e la democrazia contro ogni forma di terrorismo e violenza politica e rendendo onore alle vittime trucidate, ha messo nel mirino coloro che ancora oggi strizzano l’occhio ai brigatisti, anche all’interno delle università: “Un fatto gravissimo”. Gli uomini della scorta di Moro sono stati ricordati anche dal Vicepremier Antonio Tajani, che ha parlato di esempi di coraggio di fronte alla viltà del terrorismo e “assassinati da chi voleva sovvertire la democrazia in Italia”. Tramite i social il Pd ha reso un pensiero commosso e la gratitudine della comunità democratica “alle donne e agli uomini che hanno dato la vita per difendere la Repubblica”. “Quarantasei anni dopo, non dimentichiamo il loro sacrificio e ricordiamo chi è caduto per difendere lo Stato e le Istituzioni. Uomini di cui onoriamo la memoria, vittime di un terrorismo che l’Italia ha sconfitto” le parole invece del Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti. Il sacrificio degli uomini della scorta di Moro, per la Ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Castellati, “è un monito indelebile contro ogni deriva violenta ed eversiva”. Quella strage, secondo il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, deve far ricordare “che la libertà e la democrazia non sono mai scontate e che vanno difese con coraggio e determinazione”, aggiungendo che la tolleranza per gli eccessi nelle proteste dello “squadrismo rosso” degli anni ’70 ha avuto gravi conseguenze, “portando al terrorismo e al suo rafforzamento”.