“Uno Stato giusto, comprensivo e disponibile non viene più percepito come un avversario o a volte come nemico, di conseguenza non merita di essere aggirato. Questa è la scommessa culturale e i dati ci dicono che abbiamo ragione”. Una dichiarazione, questa, detta ieri dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito alla riforma fiscale, tema trattato a Montecitorio in un convegno dedicato proprio alla sua attuazione e alle sue prospettive. Una riforma fiscale che dal governo viene considerata come uno degli strumenti principali attraverso cui lo Stato può favorire la prosperità del Paese, mettendo il tessuto produttivo nelle migliori condizioni per creare ricchezza.
Attesa di 50 anni
Quella del fisco, per il Premier, è stata una delle prime materie affrontate dall’esecutivo che ha approvato una riforma attesa da 50 anni “con la quale ci poniamo l’obiettivo di disegnare una nuova idea di Italia, più vicina ai contribuenti e più attrattiva per le aziende e gli investimenti”. Tra gli altri scopi dell’esecutivo, per il Primo Ministro, c’è quello di rendere il fisco (“non dirò mai che le tasse sono bellissime, sono una cosa bellissima le libere donazioni, non i prelievi imposti per legge”) meno antipatico di quello che si crede: “Parliamo di uno strumento”, le parole di Meloni, “con il quale lo Stato raccoglie le proprie risorse facendo funzionare la macchina e redistribuendo le risorse, come noi stiamo facendo, ai più poveri. Lo Stato non deve opprimere le famiglie con un livello di tassazione ingiusto: il sistema fiscale deve chiedere il giusto e saper utilizzare quelle risorse con buonsenso e lungimiranza”. E proprio per questo “stiamo lavorando per allineare le sanzioni ai parametri europei perché quelle che avevamo erano sproporzionate, illogiche e vessatorie. E anche abbastanza inutili. Solo con una riforma organica e complessiva del fisco si può puntare a uno dei nostri grandi obiettivi, che è quello della riduzione generalizzata della pressione fiscale, che grava su famiglie e imprese”.
Meloni ha poi detto che sono state predisposte delle bozze e che saranno accolti spunti dalla politica e dagli addetti ai lavori per varare una riforma in cui la certezza del diritto sia la cifra fondamentale: “Ma lasciatemi dire che sono molto fiera chi sia questo il governo che sta allineando l’Italia ai principali standard europei e consegnare ai cittadini un fisco più equo e responsabile”.
Occhio al ceto medio
Al convegno, tra gli altri, presenti il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha ringraziato chi ha contribuito all’approvazione in tempi record della legge delega e dei decreti, parlando di “un’impresa eccezionale e storica considerando i tempi parlamentari”. Padrone di casa, il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, fiducioso su questa riforma “attesa da tempo e particolarmente significativa per il Paese che avrà rilevanti effetti sul nostro futuro economico e sociale, e soprattutto sul rapporto tra i contribuenti e l’amministrazione finanziaria. La sua concreta attuazione rappresenta una sfida complessa e al tempo stesso un’opportunità per rafforzare il nostro tessuto produttivo e quindi la nostra economia, condizione essenziale per il futuro delle prossime generazioni”. A margine dell’incontro, ha preso parola anche il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo secondo il quale le tasse si devono pagare, “però è certo che meno si pagano, ma le facciamo pagare a tutti quanti, meglio il sistema funziona”. Ha quindi aggiunto che, dopo essere intervenuti sui redditi medio bassi, ora si lavorerà sul ceto medio: “Chi guadagna 55mila euro non può essere considerato super ricco e questi soggetti oggi pagano oltre 50% di tasse”. Troppe.