I ministri Nordio e Crosetto hanno espresso pubblicamente l’idea che per il “caso dossier” sarebbe potuta essere utile una commissione d’inchiesta con poteri inquirenti dopo che si è venuti a conoscenza dell’indagine della Procura di Perugia che ha portato alla luce accessi illeciti dell’ufficiale della Guardia di Finanza Pasquale Striano nella banca dati della Direzione Antimafia per carpire informazioni su politici e personalità pubbliche. Una proposta sulla quale è intervenuta anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo la quale della questione può occuparsene la Commissione Antimafia, che di fatto lo sta già facendo. In effetti l’indagine non è giunta a conclusione e con più poteri inquirenti potrebbero crearsi intralci e sovrapposizioni.
Crosetto: c’è tempo per ogni cosa
Le valutazioni politiche da più fronti sono le più diverse: da Fratelli d’Italia, appunto, si ritiene che così si innescherebbero tempi lunghi e comunque esiste già una commissione che si sta occupando del tema, l’antimafia, presieduta, per inciso, proprio da una rappresentante di FdI, Chiara Colosimo. Lo stesso ministro Guido Crosetto, pur sostenendo l’idea di una inquirente ha spiegato che “c’è un tempo per ogni cosa. Ora c’è l’indagine che sta portando avanti Cantone e l’idea di una commissione non deve depotenziarla, né fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia. La costituzione di una commissione d’inchiesta, poi, può richiedere tempi lunghi, anche perché spesso questi organi hanno fatto comodo a molti, in Parlamento, nello scontro politico.”
Le tempistiche
La premier, in linea con il centrodestra, è stata ancora più puntuale: “penso che oggi ci sta lavorando la commissione Antimafia che è una commissione che ha poteri d’inchiesta e quindi credo che bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia e poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro.” Lo ha detto a margine di un incontro a Trento dove ha spiegato che è anche “un tema di tempistiche: per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese. Per cui oggi abbiamo già una commissione che ci sta lavorando e penso che bisogna farla lavorare nel miglior modo possibile. All’esito del lavoro che farà la commissione antimafia, secondo me va valutato se servano altri strumenti. Il punto – ha spiegato Meloni – è che bisogna arrivare fino in fondo perché quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto.”
Già convocate altre audizioni
Anche il vicepremier Salvini è intervenuto dicendosi sconcertato “pezzi di Stato – ha affermato – che, invece di accompagnare lo sviluppo di altri pezzi di Stato, passano il tempo dossierando, spiando, sbirciando dal buco della serratura, entrando abusivamente sui conti correnti. E io penso che sia diritto di tutti gli italiani sapere se c’era un sistema marcio, chi pagava e chi incassava per spiare qualcun altro, perché non si può fare impresa col binocolo.” Intanto dopo le audizioni dei procuratori Cantone e Melillo, la Commissione Antimafia ha chiesto l’audizione, tra gli altri, i ministri Crosetto e Nordio, e anche del comandante della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, del direttore della Direzione investigativa antimafia Michele Carbone e del direttore dell’Unità di informazione finanziaria, Enzo Serata. La commissione parlamentare Antimafia ascolterà anche la società Sogei, l’ordine dei giornalisti, il giornalista del quotidiano Domani Emiliano Fittipaldi e l’editore Carlo De Benedetti.