giovedì, 14 Novembre, 2024
Economia

Export: bene Sud e Centro Italia, Nord-Est in flessione

L’Istituto nazionale di statistica rivela che nel quarto trimestre 2023 si stima una forte crescita congiunturale delle esportazioni per il Centro Italia (+7,1%), un aumento più contenuto per il Nord-ovest (+3,1%), il Sud e Isole (+1,1%) e una flessione per il Nord-est pari al -1,5%. “Nel quarto trimestre 2023 il Nord-ovest e il Centro sono le ripartizioni che sostengono maggiormente la crescita congiunturale dell’export nazionale, mentre risulta negativa la performance del Nord-est Italia. La stazionarietà dell’export in valore nel 2023 riflette dinamiche divergenti a livello territoriale. La forte crescita per il Sud è trainata soprattutto dalle maggiori vendite della Campania, in particolare di prodotti farmaceutici e autoveicoli; quella più moderata per il Nord-ovest è sostenuta dal Piemonte (grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di autoveicoli), mentre è modesta la crescita dell’export della Lombardia. Marche e Lazio contribuiscono alla flessione per il Centro; Veneto e Friuli-Venezia Giulia a quella per il Nord-est. La netta contrazione per le Isole, infine, si deve sostanzialmente alla riduzione dell’export di prodotti della raffinazione”, commenta l’Istat. Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,8%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,7%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-1,0%) e il Centro (-3,4%) e una netta contrazione per le Isole (-21,0%).

Le regioni più dinamiche

Nel complesso del 2023, le regioni più dinamiche nel settore dell’export sono state Campania (+28,9%), Molise (+21,1%), Calabria (+20,9%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+9,1%), Toscana (+5,6%) e Basilicata (+5,5%), mentre quelle che hanno registrato le flessioni più ampie sono Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,1%), Sicilia (-19,3%), Marche (-13,9%), Friuli-Venezia Giulia (-13,7%) e Lazio (-11,0%). L’Istat rivela inoltre che nel 2023, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania ha fornito un impulso positivo (1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e Paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%). Nel 2023, le province che contribuiscono in misura maggiore a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Napoli, Torino, Siena e Milano. Siracusa, Ascoli Piceno, Cagliari e Roma contribuiscono alla contrazione dell’export.

Prodotto interno lordo

Secondo i dati Istat contenuti all’interno della nota sull’andamento dell’economia, nel 2023, il Pil in Italia è cresciuto dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (+4,0%) ma a un tasso superiore a quello dell’area euro. Il dato sintetizza un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali che hanno fornito nel complesso un contributo di 2 punti percentuali all’evoluzione del Pil. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,5% mentre le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, fornendo nel complesso un contributo positivo alla crescita del Pil di +0,3 punti percentuali. Le scorte, inoltre, hanno contribuito negativamente all’aumento del Pil e nell’ultima parte dell’anno, il Pil ha segnato un incremento congiunturale positivo pari al +0,2%.

Imprese, cala il clima di fiducia

Per le imprese, invece, il clima di fiducia, dopo essere aumentato a gennaio per il secondo mese consecutivo (anche se in decelerazione rispetto a dicembre 2023), a febbraio ha segnato un forte calo diffuso a tutti i settori, mantenendosi comunque su livelli coerenti con quelli medi del secondo semestre 2023. I comparti che hanno registrato le flessioni più marcate sono il commercio al dettaglio e le costruzioni, settore nel quale tutte le componenti dell’indice hanno registrato un’evoluzione negativa. Nella manifattura, i giudizi sugli ordini e le attese di produzione sono risultati in peggioramento accompagnati da una diminuzione del saldo delle scorte di magazzino. La fiducia dei consumatori ha continuato a crescere dallo scorso novembre, raggiungendo a febbraio il livello più elevato da giugno 2023. La salita dell’indice è dovuta al miglioramento dei giudizi sulla situazione finanziaria delle famiglie, evoluzione coerente con l’andamento positivo delle opinioni sul risparmio e sulla convenienza all’acquisto di beni durevoli nella fase attuale.

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