domenica, 22 Dicembre, 2024
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La pace “giusta” in un mondo in frantumi

Chi ha il diritto di imporre all’Ucraina una pace diversa da quella che i suoi cittadini realisticamente possono volere? Si può riconoscere a Putin il diritto di prendersi territori non suoi solo perché è più forte dei Paesi che invade? Chi può pretendere di incendiare sempre di più la polveriera mediorientale senza oltraggiare due popoli in armi da oltre 70 anni? Il disordine regna sovrano nel mondo degli umani privo come non mai di equilibrio.

Il tramonto del ruolo delle grandi potenze

E la pace è una coperta che ciascuno tira dalla sua parte per giustificare le proprie pretese e non una lucida costruzione di equilibri ragionevoli. Quando le potenze mondiali erano grandi non solo negli armamenti ma anche nelle visioni strategiche, pur sgomitando per tutelare ed espandere ciascuna i propri interessi, riuscivano a trovare un punto di incontro per evitare il peggio.

Durante la lunga Guerra Fredda, dal 1945 al 1991 non è regnata la pace: ci sono stati circa 170 conflitti con un numero di morti che è stimato introno ai 30 milioni di persone. Ma il ruolo egemonico degli Stati Uniti e dell’Unione sovietica ha impedito che scoppiasse la terza Guerra mondiale a puntate di cui parla Papa Francesco. Ora tutto questo non c’è più.

Politiche estere opposte in America

Gli Usa sono spaccati: c’è un Presidente che ha invertito la rotta dell’abbandono strategico dell’America dai vari scacchieri mondiali e c’è un aspirante rientrante che vuole disinteressarsi della Nato, di ciò che succede in Europa, pensando di poter contrastare la crescita della potenza cinese strizzando un occhio a Putin e isolando gli Stati Uniti dal resto del mondo tradizionalmente suo alleato.

Il neoimperialismo di Putin

In Russia c’è un despota che coltiva il folle disegno di ricostituire il vecchio Impero sovietico portando la guerra nel cuore dell’Europa, minacciando un giorno sì e l’altro pure l’uso dell’atomica, destabilizzando mezza Africa e inquinando le democrazie occidentali con propagande, attacchi cibernetici e altro.

Le ambizioni del Dragone

E poi c’è il gigante cinese, oppresso dalla contraddizione di un regime totalitario con un’economia che segue il modello occidentale, con una crescita che difficilmente riprenderà i ritmi del passato ma con l’aspirazione scalzare gli Stati Uniti dal ruolo di potenza egemonica stabilizzatrice. In questo cointesto disgregato può succedere di tutto. Non ci so o le condizioni di un nuovo Congresso di Vienna o di una nuova Yalta in cui le potenze si accordino per non farsi e non fare del male.

Un polo euro-atlantico stabilizzatore

Se l’Europa non avesse la zavorra dei sovranismi e la miopia velleitaria di vecchie glorie francesi o tedesche prenderebbe l’iniziativa, spingerebbe gli Usa verso un accoro transatlantico per ricostituire un polo forte economicamente e militarmente per esser forza egemone stabilizzatrice degli inesistenti equilibri mondiali

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