venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Il Papa all’Ucraina: “È più forte chi ha il coraggio di negoziare”

Intervista del Pontefice con la Radiotelevisione svizzera. Il Vaticano: “Non ha chiesto una resa di Kiev”

A più di due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, il Papa ha sollevato una serie di questioni cruciali durante un’intervista alla Radiotelevisione svizzera, esortando alla negoziazione come mezzo per porre fine al conflitto che ha causato sofferenze inimmaginabili al popolo di Kiev. Nel corso dell’intervista, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di vedere chiaramente la situazione e di agire con coraggio per il bene del popolo. Ha richiamato l’attenzione sulla necessità di avere il coraggio di negoziare, pur riconoscendo che può essere un atto difficile e doloroso. “La parola negoziare è coraggiosa”, ha detto Francesco, sottolineando la necessità di porre fine alle ostilità e di cercare una soluzione diplomatica con l’aiuto delle potenze internazionali.

Nessun appello alla resa

Tuttavia, il Vaticano ha chiarito che le parole del Pontefice non devono essere interpretate come un appello alla resa dell’Ucraina. Il Direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha spiegato che quando il Santo Padre ha parlato di ”bandiera bianca”, si riferiva alla cessazione delle ostilità e alla tregua raggiunta attraverso il coraggio del negoziato. Ha ribadito che il negoziato non equivale mai a una resa, ma è piuttosto un mezzo per raggiungere una pace giusta e duratura Inoltre, il Pontefice ha espresso il suo affetto per il popolo ucraino e ha pregato per le numerose vittime innocenti del conflitto. Ha sottolineato l’importanza di ritrovare l’umanità necessaria per creare le condizioni per una soluzione diplomatica e per una pace duratura.

Due irresponsabili

L’intervista del Vescovo di Roma è stata ospitata da Cliché, un magazine culturale condotto da Lorenzo Buccella e trasmesso sulla Radiotelevisione svizzera. Durante la puntata dedicata al colore bianco, simbolo di bene e luce, il Papa ha riconosciuto che, purtroppo, è anche il colore su cui risaltano maggiormente gli errori e la sporcizia, come nel caso dei conflitti in Ucraina e in Palestina.

E difatti Francesco ha parlato anche del conflitto a Gaza dopo la strage del 7 ottobre in Israele. A questo proposito gli è stato chiesto: come trovare una bussola per orientarsi su quanto sta accadendo fra Israele e Palestina? “Dobbiamo andare avanti. Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra”.

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