Continua il calo dei prezzi alla produzione dell’industria. A gennaio 2024 l’istituto nazionale di statistica ha stimato che i prezzi hanno subito una flessione dell’1,7% su base mensile e del 10,7% su base annua (era -16,0% a dicembre). Sul mercato interno i prezzi diminuiscono del 2,5% rispetto a dicembre e flettono del 14,0% su base annua (da -20,5% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi diminuiscono dello 0,1% in termini congiunturali e del 2,1% in termini tendenziali (era -1,5% a dicembre). Sul mercato estero, invece, i prezzi si riducono dello 0,2% su base mensile (-0,3% area euro, 0,0% area non euro) e dell’1,5% su base annua (-2,0% area euro, -1,0% area non euro). Nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, rispetto al precedente, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono dell’1,1% (-1,4% mercato interno, -0,6% mercato estero). A gennaio 2024, fra le attività manifatturiere, i cali tendenziali più ampi riguardano i settori prodotti chimici (-9,7% mercato interno, -7,8% area euro, -7,0% area non euro), metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-5,3% mercato interno, -7,5% area euro, -6,6% area non euro), coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,9% mercato interno, -9,8% area euro, -5,3% area non euro) e industria del legno, della carta e stampa (-4,3% mercato interno, -13,7% area euro, -4,3% area non euro).
Attività estrattive ed energia
Sul mercato interno, la flessione su base annua dei prezzi delle attività estrattive (-35,1%) e della fornitura di energia elettrica e gas (-36,0%) è marcata ma in netta attenuazione. A gennaio 2024. L’istata rivela che i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” rimangono invariati su base mensile e flettono dello 0,6% su base annua. I prezzi di “Strade e Ferrovie” diminuiscono dello 0,1% in termini congiunturali e del 3,0% in termini tendenziali. Nel quarto trimestre 2023, i prezzi alla produzione dei servizi aumentano dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% su base annua. Gli incrementi tendenziali più elevati riguardano i servizi di magazzinaggio e custodia (+6,9%) e noleggio di autoveicoli (+6,8%). La flessione tendenziale più ampia, infine, riguarda i servizi di trasporto marittimo e costiero che subiscono una flessione pari al -11,5%.
Dall’industria agli imprenditori
Non solo l’industria. L’Istat traccia anche una stima degli imprenditori e delle imprenditrici in Italia. Sono, infatti, oltre 4 milioni e 800 mila gli imprenditori che operano in Italia nel 2021 e le donne rappresentano il 30% del totale. Il dato risulta in lieve la crescita rispetto al 2015 quando la percentuale di donne era del 29,1%. Le imprenditrici sono mediamente più giovani dei colleghi maschi (rispettivamente 49 e 52 anni) e tra gli under 35 si osserva un maggiore equilibrio di genere con una incidenza della presenza femminile del 37,1%. L’Istat rivela, infine, che il 34,5% delle imprenditrici ha conseguito un titolo di studio terziario a fronte del 23,4% degli uomini e in presenza di un titolo di studio elevato il divario di genere tende a ridursi.