sabato, 16 Novembre, 2024
Società

Contro il degrado sociale. Calderone: i minori più a rischio

“Le situazioni di degrado sociale e familiare si sono amplificate nel tempo e richiedono soluzioni” ha detto la Ministra Calderone, spiegando che la crisi pandemica ha aggravato le condizioni economiche di tante famiglie e che sono i minori a rischiare di pagare le conseguenze maggiori.”

E’ uno dei passaggi più significativi, a nostro avviso, della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone che ha sottolineato nel corso dell’audizione  in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie presso la Camera dei deputati.

“Il Ministero promuove e finanzia misure e interventi per sostenere le famiglie in condizioni di vulnerabilità, aumentare la sicurezza dei bambini, ha detto Calderone. C’è un apposito fondo che finanzia i programmi di intervento per rafforzare gli accompagnamenti alle famiglie indigenti per ridurre rischi di maltrattamento e di allontanamento dei bambini dal nucleo familiare di origine”. L’obiettivo del Governo è “individuare misure che non siano spot, ma strumenti che parlano di inclusione o reinclusione nella società e nel mondo del lavoro” ha continuato, ricordando che “l’Assegno di inclusione è rivolto soprattutto ai nuclei familiari più fragili. Riteniamo sia giusto sostenere famiglie in difficoltà, ma non fare di quella condizione una condizione senza via di uscita”.

Per il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta Alessandro Battilocchio, che ha preso a volo quanto dichiarato dalla rappresentante del Governo quando ha sostenuto che “il tema dei temi” di fronte al discorso delle periferie urbane, resta la creazione di reti con approccio sistemico, fare rete significa che qualcosa viene messo a disposizione per una condivisione produttiva e più efficace.

“Ognuno di noi è portatore della sua rete di contatti e, quando li mette a disposizione degli altri, ha sottolineato Battilocchio, porta beneficio a tutta la collettività. Lavorare nel sociale comporta imparare a condividere idee, risorse, tempo e obiettivi, per la natura del lavoro stesso, ma anche perché capita talvolta che mezzi e soldi non siano garantiti o sufficienti a realizzare un progetto socialmente importante.”

Benessere, inclusione, sostenibilità, non discriminazione, pari opportunità, accessibilità, ma soprattutto “rete”, queste sono le parole chiave intorno a cui muoversi, perché hanno in comune l’attenzione ai processi che  interessano  contesti lavorativi, intervenendo ove possibile per provare a renderli maggiormente inclusivi, prevenire violenze e discriminazioni, contrastare eventuali situazioni di disagio e difficoltà, creare le condizioni per una piena e attiva partecipazione alla vita lavorativa.

Per creare inclusione occorre fare rete tra le diverse figure istituzionali che si occupano di tutelare e valorizzare le diversità in modo da connettere tra loro le prospettive diversificate sul fenomeno dell’inclusione lavorativa: inserimento delle persone con diverse abilità; contrasto alla marginalizzazione e promozione di politiche di pari opportunità; promozione di politiche di supporto ad una mobilità sostenibile.

La cura dei rapporti con i servizi territoriali per l’inserimento delle persone con disabilità, la promozione degli accorgimenti organizzativi e le soluzioni tecnologiche utili per facilitare l’inclusione, il monitoraggio delle criticità e la verifica dell’efficacia delle azioni intraprese sono le aree su cui confrontarsi.

Ecco perché uno degli esempi che ci ha più colpito nell’esposizione della Ministro Calderone, ha riguardato il P.I.P.P.I – Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione che esprime le infinite potenzialità dei bambini e le capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà, grazie anche al sostegno delle reti sociali e dei legami affettivi, che può permettere loro di arrivare a un recupero nelle situazioni di vulnerabilità familiare.

L’esperienza propone linee d’azione innovative nel campo del sostegno alla genitorialità vulnerabile, scommettendo su un’ipotesi di contaminazione fra l’ambito della tutela dei “minori” e quello del sostegno alla genitorialità.

In questo senso, essa si inscrive all’interno delle linee sviluppate dalla Strategia Europa 2020, per quanto riguarda l’innovazione e la sperimentazione sociale, come mezzo per rispondere ai bisogni della cittadinanza e spezzare il circolo dello svantaggio sociale privilegiando le periferie.

Sono di fondamentale importanza, perciò, Le linee di indirizzo per lìintervento con bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità, approvate dalla Conferenza Unificata del 21.12.2017 che vanno sicuramente contestualizzate alla luce della programmazione PNRR.

In esse l’accompagnamento di bambini e famiglie costituisce un ambito fondamentale del lavoro di cura e protezione dell’infanzia, inteso come l’insieme degli interventi che mirano a promuovere condizioni idonee alla crescita (area della promozione), a prevenire i rischi che possono ostacolare il percorso di sviluppo (area della prevenzione) e a preservare e/o proteggere la salute e la sicurezza del bambino (area della tutela o protezione in senso stretto).

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