L’attacco missilistico a Odessa è stato un “atto irragionevole”. Lo ha detto il Presidente ucraino, Zelensky, durante un’intervista al programma “Cinque minuti” di Rai Uno. Il missile è caduto a circa 300 metri da dove si trovavano Zelensky e il premier greco Mitsotakis. “Lui era molto sorpreso – ha aggiunto Zelensky – io no”. Il leader ucraino ha poi ringraziato la Presidente Giorgia Meloni per il “rapporto molto forte” con l’Italia: “c’è il sostegno concreto dal punto di vista umanitario e per il nostro futuro europeo. Sono molto grato al popolo italiano”. Da Mosca, invece, ha parlato Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza: “è ovvio per tutti che non ci sia stato alcun attacco al corteo di automobili a Odessa. Se quello fosse stato l’obiettivo fissato, lo avremmo centrato” e ha aggiunto che è “un peccato” che i missili siano finiti “sul luogo prestabilito”. Quanto alla possibilità di una tregua il Presidente Zelensky ha spiegato che “è una sfida molto difficile” il cui risultato finirebbe per essere “un conflitto congelato” e sarebbe “molto conveniente solo per Putin a cui serve una pausa, esattamente come accadde nel 2014: una pausa che gli ha permesso di prepararsi per un conflitto più ampio”.
Von der Leyen: Putin non deve vincere
Ma oltre ai razzi si fanno sentire sempre di più anche gli effetti delle elezioni che si avvicinano, sia in Russia che in Europa. Mosca ha convocato l’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy per “tentativi di interferenza”, mentre la Commissaria europea, Ursula von del Leyen, che al congresso del Ppe ha incassato la candidatura per il bis alla presidenza della Commissione, ha dichiarato che “Putin non deve vincere la guerra con cui ha tentato di cambiare i confini con la forza.” Nel contempo a Mosca i servizi di sicurezza (Fsb) hanno reso noto di aver ucciso un cittadino bielorusso che aveva pianificato un attentato in un edificio amministrativo. Era membro di un reggimento nazionalista di volontari bielorussi che combattevano a fianco delle forze di Kiev. Inoltre il Comitato investigativo russo ha inserito nella lista dei ricercati più di 700 stranieri che combattevano in Ucraina e provenienti da più di 50 paesi, soprattutto Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Polonia e Danimarca.
Escalation in Europa
Da oggi, tra l’altro, la Svezia entra a pieno titolo a far parte della Nato che sta svolgendo l’esercitazione Steadfast Defender 2024. Attività che il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, “simula uno scenario militare con la Russia e porta sicuramente ad un’escalation delle tensioni e destabilizza la situazione globale”. L’esercitazione Nato coinvolge 20.000 soldati provenienti da 13 paesi. Anche il generale russo Vladimir Zarudnitsky, capo dell’Accademia militare dello stato maggiore, sostiene che il conflitto in Ucraina rischia di estendersi a una guerra a tutti gli effetti in Europa e le probabilità del coinvolgimento delle forze militari di Mosca in un nuovo conflitto stanno aumentando “in modo significativo”.
Jorit. Tajani: è “disinformatia”
Quanto allo street artist italiano, Jorit che è intervenuto al Festival della Gioventù di Sochi e ha chiesto di fare un selfie con Vladimir Putin (“Russia e Italia unite da arte e desiderio di libertà”) per dimostrare che i popoli russo e italiano sono amici e pacifici è intervenuto a commentare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo il quale “la propaganda era l’arte del Kgb, la disinformatia era arte dell’Urss ed evidentemente c’è ancora qualcuno in Russia che usa questa arte per cercare di mettere altri in difficoltà. L’Italia è dalla parte dell’Ucraina ma ciò non significa che siamo in guerra con il popolo russo. Il popolo italiano è amico del popolo russo ma noi non vogliamo che l’esercito russo invada l’Ucraina”. Putin, invece, rivolgendosi ai giovani che erano a Sochi ha detto: “sono sicuro che prima o poi la riunificazione di russi e ucraini, almeno a livello spirituale, avverrà e questo è inevitabile”.
Wang Yi: noi obiettivi e imparziali
Su questa guerra, di cui tutti vedono l’escalation, è intervenuto il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che ha assicurato come la Cina continui a mantenere una posizione “obiettiva e imparziale”. “Tutti i nostri sforzi mirano ad un unico obiettivo, aprendo la strada alla porre fine al conflitto e avviare colloqui di pace”, ha detto Wang in una conferenza stampa a margine del Congresso nazionale del popolo (NPC) che si terrà a Pechino nei prossimi giorni. Wang ha aggiunto che la Cina “sostiene lo svolgimento, a tempo debito, di una conferenza internazionale di pace che sia riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina e garantisca la pari partecipazione di tutte le parti”.