“Il diritto di manifestare va bilanciato con il rispetto delle regole”. Sono parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dette nel corso dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con i sindacati delle forze di Polizia alla presenza tra gli altri del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Un richiamo chiaro, quello del Premier, agli scontri di Pisa e Firenze, dove alcuni studenti, che manifestavano per la pace il Palestina, sono stati presi a manganellate dai tutori dell’ordine. In attesa che si faccia chiarezza assoluta su quanto accaduto in terra toscana, il Primo Ministro ha riconosciuto il grande impegno della Polizia negli ultimi mesi, soprattutto dopo la riacutizzazione del conflitto in Medio Oriente: “Dal 7 ottobre a oggi”, ha detto, “le iniziative nelle piazze sono state più di mille. L’Italia, a differenza di altri Paesi, non ha vietato le manifestazioni a favore della Palestina perché per noi è fondamentale garantire il pieno diritto ad esprimere qualunque posizione politica”. Insomma, sì al diritto a manifestare (“cosa che nessuno mette in discussione”), ma a patto di rispettare le regole che ci sono proprio per ridurre il rischio di incidenti: “Queste sono le regole del gioco democratico, altrimenti parliamo di un altro gioco e chi pensa di spacciarlo come democratico sta sbagliando”.
Pochi incidenti
Il Presidente del Consiglio ha ricordato che il 97% delle manifestazioni (“non vanno autorizzate, ma certamente comunicate”) che si sono svolte dall’attacco di Hamas non hanno visto alcuna criticità: “Sono dati che vanno assolutamente sottolineati perché penso che sia ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale sono sottoposte le forze di Polizia”. Meloni si è quindi soffermata nello specifico sugli incidenti di Pisa e Firenze, spiegando che il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia Vittorio Pisani sono al lavoro per far chiarezza con l’obiettivo di fare venire alla luce gli errori e gli abusi fatti e chiedendo proprio ai sindacati di trovare una strada condivisa “per migliorare la gestione dell’ordine pubblico”.
Daspo, la proposta
Durante l’incontro i sindacati di Polizia hanno avanzato una proposta per estendere l’applicazione del Daspo anche agli autori di atti violenti durante le manifestazioni, in analogia a quanto applicato ai tifosi. La proposta ha ricevuto una certa apertura da parte del governo, che si sarebbe mostrato disponibile a valutarne la fattibilità. Il Daspo, introdotto in Italia per contrastare la violenza negli stadi, prevede il divieto di accesso a manifestazioni sportive per individui che si rendono responsabili di comportamenti violenti o illegali durante eventi calcistici. Estendere questa misura anche alle manifestazioni pubbliche rappresenterebbe un tentativo di contrastare gli atti di violenza e vandalismo che talvolta accompagnano tali eventi.
Ma la proposta è stata bocciata dal Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera Filiberto Zaratti: “È un terreno pericoloso, non si possono vietare i diritti costituzionali sulla libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso un atto amministrativo come è il Daspo”.