Nessun colpo di scena in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali: Camera e Senato hanno dato il via libera alla risoluzione di maggioranza su tre mandati internazionali: ‘Levante’ sul conflitto Hamas-Israele, ‘Eunavfor Aspides’ per la sicurezza nel Mar Rosso ed ‘Euam Ukraine’. La decisione, presa ieri attraverso votazioni separate, ha fatto registrare un ampio consenso su diverse proposte (si sono espressi favorevolmente sia maggioranza che opposizioni, a esclusione di Avs), delineando il quadro delle azioni che il Paese intraprenderà nel contesto mondiale.
Prima del voto, il Ministro degli Antonio Tajani ha riferito all’Assemblea del Senato che il governo ha proposto due nuove missioni internazionali: l’operazione Levante nel Medio Oriente e il dispositivo multi dominio dell’area del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, inclusa l’operazione Aspides con quest’ultima “che agirà con compiti di natura difensiva, non potrà cioè intraprendere azioni di tipo preventivo. Sono previste mansioni non esecutive. Dobbiamo difendere il principio della libertà di navigazione”. Il Ministro ha fatto riferimento alle regole d’ingaggio e “alla possibilità di reagire in maniera militare, come accaduto con l’attacco di un drone al cacciatorpediniere Caio Duilo”. Tajani ha evidenziato il “compito di autodifesa estesa e di contrasto a eventuali tentativi di sequestro di imbarcazioni”, aggiungendo che “dovrà trattarsi di risposte necessarie e proporzionate, mai di operazioni sulla terra ferma”.
Risposta rapida e decisa
La motivazione dietro all’operazione ‘Aspides’ segue dunque il recente attacco al cacciatorpediniere Duilio che ha sottolineato la minaccia terroristica degli Houthi. La situazione nel Mar Rosso è stata ulteriormente aggravata da attacchi che hanno causato gravi conseguenze economiche e politiche, mettendo in discussione la sicurezza delle rotte di navigazione e l’equilibrio geopolitico della regione.
Per affrontare queste sfide, l’esecutivo ha proposto e sostenuto la missione ‘Aspides’, volta a proteggere i traffici marittimi e a contrastare gli attacchi nel Mar Rosso. Inoltre il governo si è impegnato a fronteggiare la crisi umanitaria nella regione, promuovendo iniziative come ‘Food for Gaza’ per alleviare le sofferenze della popolazione e favorire un cessate il fuoco nel conflitto israelo-palestinese.
Ampio dibattito
Le proposte di risoluzione presentate sono state oggetto di un ampio dibattito in Senato, evidenziando diverse posizioni e punti di vista. La Senatrice di Azione Mariastella Gelmini ha sottolineato l’importanza di affrontare le sfide globali con prudenza e ha sostenuto l’urgenza di una difesa comune europea. Allo stesso tempo, la Senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga ha lodato l’impegno dell’esecutivo nella gestione della crisi e ha espresso il sostegno alla missione europea ‘Aspides’. Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha richiamato l’importanza dell’intervento nel Mar Rosso per difendere gli interessi nazionali, mentre il Senatore De Cristofaro (Misto-Avs) ha sollevato dubbi riguardo alla missione ‘Aspides’, evidenziando i rischi di un’escalation militare e la necessità di una soluzione diplomatica.
Fondi Unrwa per le Ong, no al Pd
Il Pd, che ha votato a favore della missione difensiva ‘Aspides’ nel Mar Rosso, ha però polemizzato per la decisione di non ripristinare i fondi a favore delle Ong italiane a fronte delle gravi emergenze umanitarie che affliggono la Striscia di Gaza e il confine con l’Egitto. In queste ore, una delegazione di parlamentari, tra cui numerosi esponenti del Partito democratico, ha testimoniato una realtà cruda e tragica: una strage silenziosa causata dalla carenza di medicinali e generi alimentari. Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera, ha sottolineato l’importanza di affrontare questa crisi umanitaria con azioni concrete e immediate. Nel contesto della missione ‘Levante’, i democratici avevano avanzato richieste specifiche per il ripristino dei fondi destinati alle Ong italiane che operano in Palestina e in Israele. Allo stesso tempo, si è fatto appello per contributi all’Unrwa al fine di garantire che gli operatori di pace possano assistere la popolazione con accesso illimitato alle cure necessarie. Niente da fare.