La decisione della Provincia Autonoma di Trento (PAT) che dà il via libera all’uccisione di 8 orsi per gli anni 2024 e 2025 continua e continuerà a far discutere. E anche tanto. In allerta gli animalisti. Per il Wwf Italia si tratta di una presa di decisione demagogica e si basa su assunti che la maggioranza degli studi scientifici e delle esperienze internazionali smentiscono: gli abbattimenti non sono la strada corretta per mitigare il conflitto e favorire la coesistenza. “Ancora una volta”, spiega in una nota, “l’ente invece sceglie la strada della ‘facile’ scorciatoia per affrontare nel modo peggiore il tema della convivenza tra uomo e grandi carnivori. L’abbattimento così, invece di rappresentare l’estrema ‘ratio’ da adottare solo in caso di fallimento di altri sistemi e in casi puntuali, diviene l’unica strada che la PAT è in grado di percorrere”. Nel mirino del Wwf coloro che deliberano l’abbattimento di 8 orsi problematici all’anno: hanno fatto troppo poco nel campo della prevenzione e della comunicazione. “La responsabilità della frequentazione di alcuni esemplari di orso di centri abitati è di chi non ha assicurato la diffusione di adeguati cassonetti dell’organico a prova di orso. Gli abbattimenti non risolveranno il problema, né dei danni né della presenza di orsi nei centri abitati, e non aumenteranno il senso di sicurezza delle comunità che vivono le montagne trentine”. Per l’organizzazione, che da più di 60 anni lotta per difendere l’ambiente e le specie più a rischio, c’è la necessità di affrontare la presenza degli orsi problematici con lungimiranza e affidandosi alle conoscenze scientifiche disponibili: “La convivenza tra uomini e grandi carnivori va prima di tutto costruita attraverso azioni di prevenzione e mitigazione dei conflitti e con adeguate campagne di informazione al pubblico”.
Oipa annuncia battaglia
Dura la presa di posizione anche da parte dell’Organizzazione internazionale protezione animali che ‘affibbia’ alla Provincia autonoma di Trento la maglia nera in tutela della biodiversità e il primo premio in mancata prevenzione e annuncia battaglia in tutte le sedi possibili, a livello europeo e nazionale, contro l’approvazione della legge. L’Opia fa notare come la norma preveda che gli otto esemplari non potranno essere più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti, quindi la PAT prevede anche l’abbattimento di ‘subadulti’. Non avendo adottato adeguate misure di prevenzione per mettere in sicurezza residenti, escursionisti e animali, il Presidente Maurizio Fugatti, la sua Giunta e ora anche il Consiglio provinciale hanno dimostrato di ragionare solo in termini di abbattimento contro ogni normativa europea, nazionale e contro l’articolo 9 della Costituzione, che tutela la biodiversità”. L’Oipa, che ribadisce come l’orso sia protetto da disposizioni nazionali e comunitarie, è consapevole dell’autonomia speciale di cui gode la Provincia di Trento, tuttavia alcune strade sono ancora possibili per contrastare questa deriva sulla pelle degli orsi: l’avvio di una procedura EeU Pilot innanzi la Commissione europea e l’impugnazione innanzi al Tribunale di giustizia amministrativa di Trento di ordinanze e decreti del Presidente Fugatti nel caso individui singoli esemplari da abbattere, con riserva di ricorrere alla Corte Costituzionale, ricorso alla Consulta possibile anche in eventuali procedimenti penali o civili.
Lav chiede aiuto all’Europa
Per la Lega anti vivisezione l’approvazione della Legge viola la direttiva europea: “Per questo chiediamo a Bruxelles di aprire una procedura d’infrazione contro la Provincia di Trento e il governo succube di Fugatti che vuole uccidere 8 plantigradi l’anno”. Ma per Fugatti non si torna indietro: “Gli orsi pericolosi vanno abbattuti a tutela delle persone e della sicurezza pubblica”.