Un conflitto tra Quirinale e Palazzo Chigi? No grazie. Sarebbe devastante. Creerebbe un clima pesante nel Paese. Avrebbe ripercussioni imprevedibili in Parlamento e nelle piazze. Farebbe perdere prestigio europeo e internazionale al Governo. Nessuno ci guadagnerebbe.
E allora perché se ne parla?
Stiamo ai fatti. Il mandato di Mattarella è più lungo di quello del Governo. Il Presidente, rieletto il 29 gennaio del 2022, resterà in carica fino al 2029. Il Governo Meloni dal 22 ottobre del 2022 alla guida dell’Italia, durerà per tutta la legislatura, fino al settembre 2027, salvo imprevisti.
Mattarella ha una storia politica e istituzionale che gli conferisce autorevolezza indiscussa. Esercita il suo ruolo con equilibrio ma, quando serve, anche con determinazione. Lo dimostrò, tra l’altro, opponendosi alla nomina del ministro dell’Economia proposto durante la formazione del Governo Conte 1. Le minacce furibonde di “impeachment” da parte di Di Maio e dei grillini gli fecero un baffo. Mattarella è granitico sulle posizioni europee e occidentali dell’Italia, attento a captare le esigenze e i disagi della nostra società e farsene interprete restando nei confini dei suoi poteri.
Di fronte ad alcuni atti del Governo che suscitavano alcune perplessità non si è messo di traverso ma non ha mancato di avanzare i suoi rilievi e invitando Palazzo Chigi e il Parlamento a migliorare i testi normativi promulgati.
Perché mai il destra-centro dovrebbe avercela con lui? Forse perché ha detto, d’accordo con il ministro dell’Interno, che “con i ragazzi manganelli esprimono un fallimento”? Immaginare che Mattarella volesse screditare le forze di Polizia è davvero una follia.
Il Governo non può che trarre vantaggio dai moniti del Presidente. La sua saggezza deve essere ben interpretata. Solo degli sconsiderati possono pensare che il Quirinale si collochi “all’opposizione”. E solo degli sprovveduti possono pensare di fraintendere o strumentalizzare le dichiarazioni di Mattarella per giochi e giochetti politici.
Palazzo Chigi deve sempre avere una sponda solida nel Colle più alto ma non perché il Quirinale possa fare sgambetti al Governo ma perché l’armonia tra le due istituzioni può consentire una stabilità per la quale i soli voti in Parlamento non bastano. Un conflitto istituzionale apre i varchi per la destabilizzazione del Paese e il primo a farne le spese è sempre il Governo.