I giapponesi sono la popolazione più “invecchiata” del mondo, subito prima dell’Italia, e i tassi di natalità sono diminuiti ancora nell’ultimo anno di oltre il 5%. Nel 2023 le nascite sono state 758 mila, a fronte di oltre 1,5 milione di morti e anche i matrimoni sono al minimo: 489 mila, meno il 6% rispetto al 2022, cifra più bassa da 90 anni. A questo ritmo, ha detto il segretario di Gabinetto del Governo Hayashi Yoshimasa, “non avremo nemmeno la possibilità di invertire la tendenza.” Prima della presentazione dei dati demografici era intervenuto anche il primo ministro Fumio Kishida dichiarando che il calo del tasso di natalità degli ultimi anni era il “problema principale del Paese”.
Aprire agli stranieri
E’ l’ottavo anno consecutivo che si registrano cali di questa portata e il rischio di perdere la possibilità di invertire la tendenza è sempre più forte. Nonostante le politiche per la famiglia messe in atto negli anni, il tasso di natalità resta il più basso al mondo: i finanziamenti non hanno neppure rallentato la discesa. Il Governo ha annunciato “misure senza precedenti” perché si tratta di una “sfida esistenziale”. Il Giappone ha circa 126 milioni di abitanti e la proiezione al 2060 è poco superiore di 80 milioni. Una perdita di quasi 1 milione di persone l’anno. Finora sono stati stanziati circa 24 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, ma è sempre più difficile far fare figlia a una popolazione fortemente invecchiata. A fronte dell’inutilità degli interventi si sono fatti sentire anche gli economisti della Banca mondiale, secondo i quali la soluzione sta nell’apertura agli stranieri. Ovvero non più tentare di far fare figli alle giovani coppie, ma aprire le porte del Paese a persone già nate altrove. Questo anche perché, in Giappone, gli stranieri sono appena il 3% della forza lavoro.
Più pannoloni che pannolini
Oggi un terzo della popolazione ha oltre 65 anni; la vendita di pannoloni ha superato quella dei pannolini già dal 2012. L’età media è di 48 anni. La crisi risale agli anni settanta quando il Giappone ha cominciato a non registrare più un tasso di natalità a livello del tasso di sostituzione. Secondo l’Istituto nazionale di ricerca sulla popolazione e la previdenza sociale, oltre il 40% delle donne nate nel 2005 non avrà figli. Tra le donne nate nel 1970, il 27% è oggi senza figli. Motivo per il quale si presenteranno, in futuro, anche gravi problemi sociali e sanitari, tanto che di recente è stato realizzato un film (“Plan 75”) dove si ipotizzava un piano governativo che promuove l’eutanasia volontaria per gli anziani con età superiore a 75 anni.
Ultra 80enni al 10%
“Il Giappone è sul punto di non poter continuare a funzionare come società” ripete il premier Kishida, “dobbiamo focalizzare l’attenzione sulle politiche riguardanti l’infanzia e l’educazione dei figli: è un tema che non può aspettare e non può essere rimandato”. In Giappone, per la prima volta, più di una persona su 10 è ultraottantenne e il 29,1% della popolazione ha 65 anni o più. Subito dopo, in classifica, si piazza l’Italia, con il 24,5% di ultra 65enni, seguita dalla Finlandia, con il 23,6%.