lunedì, 25 Novembre, 2024
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Gaza. 112 morti tra la folla inerme. Netanyahu: l’Idf temeva un assalto

Biden: “Grave incidente”. Meloni: “Sono sgomenta"

Le versioni “sono contraddittorie” e il Presidente statunitense, Joe Biden, ha dato ordine di esaminare l’accaduto, definito “un incidente grave” nel quale si contano 112 morti e 760 feriti. Una strage per la fame. Il premier Netanyahu sostiene l’esercito israeliano: “ha libertà di funzionamento”.

La Presidente italiana, Giorgia Meloni, si è detta “sgomenta” per quanto accaduto a Gaza. “È urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità. Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi.” Netanyahu però ha confermato che è “prematuro” parlare di un accordo con Hamas.

La versione di Israele

Lo stesso esercito israeliano ha dichiarato che “durante l’ingresso dei camion degli aiuti nel nord di Gaza, residenti hanno circondato i camion”, di cui i soldati israeliani assicuravano il transito, e “hanno saccheggiato le forniture”. Nell’incidente – spiega il portavoce dell’esercito – dozzine di persone “sono state calpestate nella calca” e i soldati “hanno sparato contro chi aveva accerchiato i camion” temendo un’imminente “minaccia.” Il presidente Netanyahu ha subito convocato una conferenza stampa e ha difeso l’esercito dichiarando di aver assicurato “libertà di funzionamento” a Gaza e ha ribadito che la campagna continuerà fino a “totale vittoria”. “La libertà militare di Israele fin dell’inizio del conflitto è senza precedenti dalla fondazione dello Stato – ha puntualizzato – e insieme ai miei colleghi continuerò a resistere a qualsiasi pressione internazionale che miri ad interrompere la campagna, che continuerà.” Poi ha aggiunto che Israele ha chiesto di vedersi consegnata una lista con i nomi di tutti gli ostaggi che farebbero parte del nuovo accordo con Hamas, ma finora non l’ha ancora ricevuta e riguardo la situazione interna ha allontanato le elezioni che, a suo avviso, “indette mentre è in corso la guerra sarebbero una sconfitta per Israele.

Ci paralizzerebbero per sei mesi. Legherebbero le mani al governo e ai combattenti.” ”Sarebbero il sogno di Yihya Sinwar e dell’Iran”. Il premier poi ha risposto indirettamente al ministro della difesa Yoav Gallant che alla luce della grave situazione di sicurezza richiede l’estensione della coscrizione militare fra i giovani ortodossi, cosa che secondo gli osservatori rischierebbe di destabilizzare la coalizione di governo.

Condanna dai palestinesi

Sia Hamas, che la Jihad islamica e l’Autorità Nazionale Palestinese hanno condannato l’uccisione di decine di persone e i 700 feriti, che erano in attesa della distribuzione di cibo a Gaza City. Questo “atroce massacro a Gaza, senza precedenti nella storia dei crimini di guerra, si inquadra nella guerra (di Israele) per affamare e mettere in fuga il nostro popolo”, Il ministero degli Esteri egiziano, ha scritto: “riteniamo il prendere di mira cittadini pacifici che si affrettano a ritirare la loro parte di aiuti un crimine vergognoso e una flagrante violazione del diritto internazionale.”

La strage per la fame

Da giorni si moltiplicavano gli allarmi di carestia e di scarsi approvvigionamenti alimentari. Sei bambini sono morti per malnutrizione, due sono morti nell’ospedale di Al Shifa ed altri due nell’ospedale Kamal Adwan, e tante persone hanno mangiato mangime per animali. I camion accerchiati da persone affamate e alla ricerca di cibo trasportavano sacchi di farina nei settori a nord di Gaza. Già durante la notte centinaia di persone si erano radunate nell’area della rotonda Nabulsi, sulla strada al Rashid perché c’era molta attesa per i viveri in arrivo. Conferme di quanto sia realmente accaduto non se ne hanno. L’esercito sostiene che decine di civili sono morti nella calca e non colpiti dai proiettili. I video che arrivano dalla strada al Rashid mostrano cadaveri accatastati su carretti trainati da asini.

Biden: la speranza è l’ultima a morire

In questi giorni sono in corso negoziati che dovrebbero portare a un cessate il fuoco entro l’inizio del Ramadan, il mese sacro dei musulmani che comincia il 10 marzo e Biden, rispondendo ai giornalisti che chiedevano se è vero che da lunedì ci sarà un cessate il fuoco, ha detto che “la speranza è l’ultima a morire” e ha aggiunto: “probabilmente non sarà lunedì, ma sono speranzoso.” L’Amministrazione Usa, inoltre, è preoccupata che Israele stia facendo preparativi per operazioni di terra nel Libano per la fine della primavera o l’inizio dell’estate; eventualità che scatterebbe se dovessero fallire i negoziati diplomatici per costringere gli Hezbollah a ritirarsi dal confine con Israele, come prevede la Risoluzione 1701 dell’Onu. E proprio dalla Nazioni Unite, l’Alto commissario per i diritti umani, Volker Turk, ha dichiarato che, nella guerra tra Israele e Hamas, i crimini di guerra “sono stati commessi da entrambe le parti” e ha chiesto i responsabili siano indagati e chiamati a risponderne.

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