lunedì, 4 Novembre, 2024
Esteri

Macron: truppe Nato in Ucraina. Coro di no da Usa e Europa

Navalny: a Mosca nessuna sala funebre disponibile. Condannato il Nobel Orlov

I diretti interessati, i russi, la prendono alla russa: “Macron usi la testa”, ha detto in toni spiritosi il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Effettivamente ipotizzare di aiutare gli ucraini inviando truppe di terra può passare per ammissione di sconfitta e contemporaneamente sarebbe un diretta dichiarazione di guerra. E infatti alla proposta del Presidente francese Emmanuel Macron di inviare a Kiev soldati europei ha raccolto un coro di “no” e anche una serie di critiche, più o meno velate tanto da fare appare il fronte occidentale neppure tanto compatto. A sera, dall’Eliseo, è arrivata la precisazione che l’eventuale presenza di truppe occidentali in Ucraina non varcherebbe “la soglia della belligeranza” e che la Francia si muove per “evitare qualsiasi escalation.”

L’Europa: ipotesi mai discussa

La Commissione europea ha subito chiarito che l’ipotesi non è mai stata discussa “a livello europeo”, al limite è una questione che riguarda ogni singolo stato. Alla Conferenza di Parigi, ha raccontato il Presidente polacco Andrzej Duda c’è stata una “discussione accesa” e di conseguenza “non c’è stato assolutamente alcun accordo”. Lo stesso Macron aveva precisato che “in futuro non può essere escluso, ma oggi non c’è consenso sullo schieramento ufficiale.” Non c’è consenso perché c’è un vero e proprio dissenso esplicito: primo fra tutti quello del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “personalmente non sono favorevole all’invio di truppe italiane a combattere in Ucraina”. “E’ un’idea di Macron – ha aggiunto – quando si parla di inviare truppe bisogna essere molto prudenti. Non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia.” “Non siamo d’accordo” ha dichiarato il Governo spagnolo. “Nessun consenso su invio di truppe” ha detto la ministra della Difesa belga Ludivine Dedonder. Per il primo ministro norvegese Jonas Gahr Stoere: “il punto è che questa non è una guerra tra Nato e Russia, né dovrebbe diventare una guerra tra Nato e Russia.” Il Presidente della Croazia, Zoran Milanovic ha sottolineato che fino a che sarà lui il comandante supremo delle Forze armate, prerogativa data dalla sua carica di capo dello Stato, “nessun croato parteciperàdirettamente al conflitto ucraino.”

Usa, Uk e Scholz: né ora né in futuro

Secco diniego anche dalla Casa Bianca che non parla, ma lo scrive esplicitamente sul proprio sito ufficiale. Così come la Nato che specifica come i membri dell’Alleanza “stanno fornendo un’assistenza senza precedenti all’Ucraina. Lo facciamo dal 20214. Ma non ci sono piani per inviare truppe da combattimento sul terreno in Ucraina”. Il premier inglese Sunak ha dichiarato che il Regno Unito non ha “alcun piano per un dispiegamento su larga scala.” Insomma quella di Macron appare come un’uscita improvvida tanto che il cancelliere tedesco Scholz è dovuto intervenire dicendo che non se parla oggi, ma neppure per domani: “non verranno dispiegate truppe di terra, nessun militare, di Stati europei o della Nato” e questo “vale anche per il futuro.”

Lavrov: assenza di risultati

La dichiarazione del Presidente Macron piuttosto ha rassicurato i russi che leggono la proposta come risultato della “mancanza di risultati sull’aumento degli aiuti a Kiev”. Lo fa il ministro Sergej Lavrov secondo il quale si parla di questa possibilità a causa “dell’assenza di risultati visibili nell’aumento degli aiuti all’Ucraina sotto forma di forniture di munizioni e armi”. “A questo proposito regolarmente, quasi ogni giorno, i funzionari ucraini organizzano degli scandali nei media”, ha aggiunto Lavrov. “Non a tutti in Europa piacciono i processi di continuo pompaggio di armi in Ucraina. Vedete le manifestazioni e proteste in corso.” Quanto ad armi e munizioni il ministro della Difesa della Corea del Nord, Shin Won-sik ha dichiarato che il sua Paese ha spedito circa 6.700 container in Russia dal vertice di settembre tra il leader Kim Jong-un e il presidente Vladimir Putin: volumi sufficienti per il trasporto di circa 3 milioni di proiettili di artiglieria da 152 mm o 500.000 proiettili da 122 mm.

Navalny: il Cremlino non vuole manifestazioni

Quanto al funerale di Alexei Navalny il team che seguiva il politico russo morto in carcere ha reso noto di aver contattato “la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri” ma tutti si rifiutano di prestare il servizio. “In un posto ci è stato detto che alle agenzie funebri era vietato collaborare con noi. Dopo una giornata di ricerche, non abbiamo ancora trovato la sala per la cerimonia”. Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dice di non essere al corrente su appelli lanciati dai sostenitori di Alexei Navalny per protestare in onore dell’oppositore scomparso, ma ha avvertito sulle conseguenze per chi parteciperà a eventuali manifestazioni non autorizzate. Un tribunale di Mosca ha condannato a due anni e mezzo di carcere Oleg Orlov(70 anni), dissidente russo e co-presidente del gruppo per i diritti umani Memorial, vincitore del Premio Nobel per la pace. Orlov è stato condannato per aver screditato l’esercito russo per le sue posizioni contrarie alla guerra in Ucraina.

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