Regionali, il day after in Sardegna vede ovviamente sentimenti contrapposti: c’è chi festeggia (il Campo largo a trazione 5Stelle e Partito democratico) e chi deve fare i conti con una sconfitta inaspettata (il Centrodestra). Il voto di domenica, comunque, è storia: Alessandra Todde, che ha battuto al fotofinish Paolo Truzzu (scelto personalmente dal Primo Ministro Giorgia Meloni) è la prima Presidente donna della Regione.
“Dopo 75 anni siamo riusciti a rompere questo tetto di cristallo e ad assumere un ruolo che nessuna di noi era riuscita ad avere, sono orgogliosa”, le prime parole del nuovo Governatore in conferenza stampa che si è detta pronta a lavorare sin da subito per il bene del territorio: “Vogliamo un’isola moderna e pulita, che rinasca e cambi faccia”, ha detto Todde non volendo assolutamente sentir parlare di Sardegna come ‘laboratorio’ per l’accordo tra democratici e pentastellati: “I sardi non sono delle cavie, sono contenta di questo progetto di unione. Andrò anche in Abruzzo a fare campagna elettorale, Pd e M5S sono stati generosi con me e io andrò a fare campagna elettorale per loro”. Non manca un riferimento ai fatti di Pisa, città dove Todde ha compiuti i propri studi: “La Sardegna ha risposto ai manganelli con le matite”.
Quanto malcontento
Clima tutt’altro che sereno invece in casa Truzzu, il grande sconfitto. “La responsabilità di questo risultato è tutta del sottoscritto e di nessun altro”, ha esordito ieri di buon mattino in sede di conferenza stampa. Il sindaco del capoluogo sardo ha detto di aver chiamato a Todde per farle i complimenti, dicendosi poi rammaricato per aver perso “davvero per uno sputo, duemila voti su 750mila sardi che sono andati a votare”. Truzzu ha ammesso di aver perso soprattutto nella città da lui governata dal 2019: “Se a Cagliari ci sono 13mila voti di differenza e ho perso di 2mila voti, è lì che si è deciso. A Cagliari c’è stato un voto più contro il sottoscritto che per la Todde. Mi sembra chiaro che la mia amministrazione non sia piaciuta, il risultato dice che ho sbagliato, ma rifarei tutte le scelte. Ma non immaginavo tutto questo malcontento”. Sul voto disgiunto: “C’è sempre stato”.
Felicità Pd-M5S
Dal punto di vista delle reazioni nazionali, ieri è stata di certo la giornata del Pd e del M5S. Per la Segretaria democratica Elly Schlein la vittoria di Todde “è il riscatto di una comunità orgogliosa che ha sperimentato per cinque anni sulla propria pelle l’inadeguatezza della Destra”. Ha poi parlato di una vittoria di squadra, “perché Alessandra ha tenuto insieme una coalizione plurale che si è unita ogni giorno di più. L’alternativa c’è ed essere testardamente unitari dà i suoi frutti”. Poi una stoccata alla coalizione di Centrodestra: “Erano sicuri di vincere, son venuti qui a Cagliari in pompa magna, con Premier e Vicepremier, e la Sardegna ha risposto. Ha perso Truzzu, ha perso Giorgia Meloni che l’ha imposto con una forzatura, e ha perso pure Matteo Salvini”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Conte: “L’aria è cambiata. Non si vince sempre con l’arroganza di chi, come Meloni, impone i candidati al territorio e si limita a salire sui palchi per i suoi monologhi pieni di false promesse, senza neppure confrontarsi con i cittadini, senza neppure fermarsi ad ascoltare i loro problemi”.
Imparare dalla sconfitta
A proposito, il pensiero del Centrodestra? In una nota congiunta, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno espresso il loro rammarico per il risultato elettorale, sottolineando che nonostante il consenso ottenuto, la vittoria sfuggita di mano rappresenta comunque una sconfitta da cui trarre insegnamento: “Da queste elezioni, dunque, non emergerebbe in Sardegna un calo di consenso per il Centrodestra. Ma rimane una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi. Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie”.