domenica, 22 Dicembre, 2024
Società

Kyiv: un piano da proporre a Mosca. “Serve l’aiuto dell’Occidente”

Il capo dell'intelligence militare Ucraina Budanov: “Navalny? Possibile morte naturale”

Un G7 a guida italiana con la premier Giorgia Meloni non poteva avere risultante migliore di un annuncio come quello fatto durante una conferenza stampa in occasione del secondo anniversario della guerra; rispondendo ad una domanda sul sostegno a Kiev, il Presidente Volodymyr Zelensky ha sottolineato che il paese non può perdere “l’iniziativa diplomatica” e spera che in primavera si tenga in Svizzera “un vertice di pace”, in vista del quale si prepari con partner dell’Ucraina di un piano di pace che poi verrà consegnato alla Russia. Parole che se diventassero realtà concreta e non restassero virtuali potrebbero cambiare il corso della storia di questi due anni di guerra e di scempio umano. Poi sull’Italia, Zelensky ha detto: “Meloni è dalla nostra parte, e sono molto grato alla vostra premier e sono felice dell’accordo che abbiamo siglato.” Parole che potrebbero interessare il Presidente russo, Vladimir Putin, nelle ultime settimane ha più volte detto e fatto intendere che è pronto alle trattative anche perché parte della Russia, nelle aree più remote principalmente, ha iniziato il voto anticipato delle presidenziali di metà marzo e segnali concreti di pace potrebbero favorire un clima più disteso anche tra i russi.

Piattaforma di pace

Il Presidente Zelensky è stato più articolato e in conferenza stampa, sempre per l’occasione del G7 a Kiev voluto dalla Presidente Meloni, ha ribadito che l’Ucraina “non ha alternative” alla vittoria della guerra e alla domanda se sia giunto il momento di negoziare con Vladimir Putin data la carenza di munizioni in Ucraina, ha risposto: “proporremo una piattaforma in cui (Putin) possa accettare di aver perso questa guerra e che è stato un enorme errore e una tragedia per noi e per il mondo democratico.” Zelensky ha ribadito la fiducia nell’Occidente e si è detto “ottimista” sull’arrivo dagli Stati Uniti dei missili a lungo raggio. Le autorità ucraine hanno anche rivelato di aver scoperto, nel 2023, 47 reti di spionaggio russe che operavano all’interno del Paese. Lo ha affermato in conferenza stampa Vasyl Maliuk, capo dei servizi di sicurezza (Ssu), aggiungendo che più di 2.000 sospetti “traditori” sono stati arrestati dall’inizio dell’invasione russa del 2022.

Aiuti da Usa e Europa

L’Europa e gli Stati Uniti e i paesi amici continuano a lavorare per gli aiuti militari e civili agli ucraini. Addirittura in Lituania è stata fatta una colletta che ha raccolto più di 8 milioni di euro da destinare all’esercito del paese invaso. Dagli Stati Uniti l’Ucraina si aspetta di ricevere fino a 12 miliardi di dollari di aiuti finanziari per il 2024, ma il Congresso deve ancora dare il via libera. Mentre l’Unione europea ha già provveduto all’assistenza militare con 28 miliardi di euro e con il Fondo Ucraina di 5 miliardi per l’acquisto di armi. L’Ueprovvederà anche all’invio di munizioni e all’addestramento di oltre 60 mila soldati. Inoltre si sta lavorando alla “possibilità di usare gli asset russi congelati” da destinare alla ricostruzione e a marzo ci sarà la prima tranche di 4,5 miliardi di euro dei 50 già stanziati.

Kiev: consegne tardive

Kiev però lamenta ritardi: la metà delle armi occidentali promesse vengono consegnate in ritardo e il ministro della Difesa Roustem Umerov durante un forum dedicato al secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, ha detto che rispetto al passato “un impegno non è sinonimo di consegna, il 50% non vengono rispettati in tempo.” I “soldati” ucraini, come ha spiegato anche il nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kukbokas, sono cittadini comuni; insegnanti, artisti, imprenditori, “tutti” si lamentano perché ormai devono solo resistere. I soldati sono costretti ad accontentarsi di una quantità di munizioni molto minore rispetto a quella che avevano in passato.

Navalny: ancora dubbi sui funerali

Infine riguardo il caso Navalny anche al governo ucraino risulterebbe che il leader politico Alexei Navalny sarebbe morto per cause naturali. Il ministro della Difesa, Kirilo Budanov, ha detto pubblicamente: “potrei deludervi, ma quello che sappiamo è che è morto davvero per un coagulo di sangue. E questo è più o meno confermato.” Quanto al funerale non è ancora definito in che forma sarà fatto, ma intanto da Mosca il sito Sotavision mostra immagini di qualche decina di persone che si recano nella cattedrale di Cristo Salvatore; uno dei simboli della Chiesa ortodossa della Russia post sovietica, per onorare Navalny.

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