“Permettere a pazienti con danni neurologici di interagire con dispositivi elettronici tramite il pensiero”. Questo è l’obiettivo dell’azienda di neurotecnologie fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui Elon Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili in grado di interfacciarsi con il cervello umano. La startup americana, con sede a Fremont in California, ha dichiarato: “Le interfacce cervello-computer hanno il potenziale per cambiare la vita in meglio alle persone”.
L’annuncio
Lo scorso 30 gennaio Elon Musk, tramite social media, ha dichiarato che la prima persona sottoposta alla fase di test degli impianti della sua azienda di interfacce neurali è “in grado di muovere il puntatore di un mouse con il pensiero”. È importante ricordare che, prima di poter dire che il fatto è stato un successo, i risultati ottenuti dalla startup sul paziente umano al momento non sono ancora stati resi validi. “Il primo essere umano ha ricevuto un impianto da Neuralink ieri e si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali”. È quanto si legge sulla pagina social di Elon Musk.
Brain-computer interface
Il chip installato al paziente si avvale di un’interfaccia neurale, nota anche con il termine inglese Brain-computer interface (BCI, letteralmente “interfaccia cervello-computer”), un mezzo di comunicazione diretto tra un cervello (o più in generale parti funzionali del sistema nervoso centrale) e un dispositivo esterno quale, ad esempio, un computer. Nelle classiche BCI mono-direzionali, il dispositivo esterno riceve comandi direttamente da segnali derivanti dall’attività cerebrale, quali ad esempio il segnale elettroencefalografico.