I giovani commercialisti contro il Governo. Deborah Righetti, Vicepresidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, ha appenato reso nota la lettera aperta della Giunta nazionale dopo il nuovo provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri: “Ancora una volta dobbiamo constatare una totale assenza di riguardo e considerazione verso una categoria professionale – la nostra – che incessantemente sostiene il sistema con la propria attività, che lavora ogni giorno con impegno e senso di responsabilità attraverso i propri studi per garantire l’assistenza ad imprese e cittadini, a tutto il nostro sistema paese, paese al quale tutti noi apparteniamo”.
“Questa volta non ci rassegneremo – aggiunge -, vogliamo gridare il nostro compatto e granitico disappunto in maniera tale che possa valere per oggi ma essere ancor di più guida e bussola per il futuro della nostra professione. Noi Giovani non ci stiamo più! Questa emergenza sarà per tutti uno spartiacque. Ebbene, lo è e lo sarà anche per noi”. Il provvedimento dell’esecutivo viene passato al setaccio, a cominciare dal “mancato riconoscimento di ogni forma di sostegno (economica e non) in favore di professionisti iscritti ad Ordini professionali, laddove invece è stato concesso a partite iva iscritte all’Inps. Qual è stato quindi esattamente il fattore di discrimine? Essere iscritti ad un Albo? Avere l’obbligo della Cassa professionale specifica invece che essere iscritti all’Inps?”.
“È sconcertante vedere – continua – come tutti si siano scordati di noi negli aiuti quali professionisti autonomi con partite iva, iscritti ad Albi, ma che la medesima dimenticanza non vi sia stata invece nello stabilire che debbano restare aperti gli ‘studi professionali sottoposti a termini di scadenza’, con l’obbligo chiaro di assolvere a tutti gli adempimenti di natura contabile e fiscale – nessuno escluso – a noi deputati. Quindi di fatto, ciò significa obbligare noi commercialisti a rimanere aperti, a spregio della salvaguardia della nostra stessa salute. Con tutte le forme di smart-working possibili e non sempre percorribili, insieme a noi lavoreranno costantemente e quotidianamente i nostri collaboratori, il nostro staff, i nostri dipendenti. Forse anche questi soggetti sono considerati dei privilegiati?”