mercoledì, 26 Giugno, 2024
Politica

Se l’Autonomia differenziata entra nelle elezioni europee

Il voto per il nuovo Parlamento europeo rischia di essere snaturato. Invece di conoscere quale Europa ogni partito intende proporre, assisteremo alla solita tiritera sui temi di casa nostra. Le elezioni di giugno finiranno per essere una sorta di sondaggio politico nazionale. Non è una novità ma è un brutto costume.

Quali saranno i cavalli di battaglia dei partiti? Tutto e niente. Si vota col proporzionale quindi ognuno farà di testa sua. I tre della maggioranza, che in Europa appartengono a tre diverse famiglie, avranno come lei motivi di buon andamento del Governo. Ma poi finirà lì. Perché Salvini tornerà a cavalcare il tema dei migranti, dei trattori e di qualche categoria scontenta, anche se questo suonerà come una critica all’Esecutivo di cui è vicepresidente.

Tra le opposizioni Calenda, Magi e un po’ anche Renzi parleranno più degli altri di Europa. Ma anche loro saranno tentati di divagare sulle polemiche nostrane. Polemiche che vedranno divaricarsi le strade di Schlein e Conte, entrambi con il retropensiero di provare a riavvicinarle dopo l’esito del voto.

Ma c’è un tema che rischia di monopolizzare più degli altri la campagna elettorale soprattutto al Sud ed è quello della riforma dell’Autonomia differenziata. Che c’entra con l’Europa? Nulla. Ma è un tema forte.

Da politico di antica stoffa Vincenzo De Luca lo ha scelto come carta vincente della sua offensiva personale contro la leadership di Schlein per scavalcarla negli attacchi a Meloni. L’argomento tocca corde molto sensibili degli elettori delle Regioni meridionali che sul tema della difesa dei diritti del Sud seguono più l’istinto autoprotettivo che le predicazioni dei partiti di appartenenza.

Se l’Autonomia differenziata diventerà il tema dominante della campagna elettorale al Sud, ci potranno essere sorprese per tutti. La Lega esibirà la riforma Calderoli come un trofeo sperando di far incetta di voti al Nord.

Ma questo potrebbe avere un effetto boomerang per la tenuta del Carroccio al Sud. Potrebbero pagarne qualche prezzo il partito del Presidente del Consiglio e anche Forza Italia.

Qualche sorpresa in vista anche per il Pd. De Luca potrebbe portare a casa voti importanti per un partito asfittico e assurgere al ruolo di leader incontrastato nelle regioni meridionali, diventando così l’azionista strategico per futuri equilibri interni del Pd.

Al di là del folklore e delle intemperanze verbali, De Luca non va sottovalutato.

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