domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Gaffe che fanno sorridere parole grosse che fanno tremare

Trump, la Nato e la corsa alla Casa Bianca

“Incoraggerei la Russia ad attaccare qualsiasi membro della Nato che non riesca a pagare i conti come membro dell’Alleanza Atlantica”. A parlare così è stato ieri Donald Trump, in un comizio in South Carolina. “Commenti spaventosi e sconvolgenti” replica lo staff di Biden. E in Europa è un coro di disappunto e di preoccupazione che coinvolgono anche il vertice della Nato. Sono 20 su 31 i Paesi dell’Alleanza che non spendono il 2% del Pil per la difesa. Tra questi ci sono anche, Italia, Germania e Spagna. Possiamo dormire sonni tranquilli?

Il 60% degli americani ritiene che Biden e Trump siano troppo avanti negli anni per guidare gli Usa.

Sono quasi coetanei, 81 anni il presidente in carica e 77 il contendente repubblicano. Entrambi hanno commesso più volte delle gaffe, piuttosto innocue, sbagliando nomi, Paesi, date. Nessuna di queste gaffe ha avuto conseguenze diplomatiche. L’età con i suoi limiti pesa: è un dato oggettivo. Ma ciò che conta di più è la lucidità e la saggezza nelle decisioni.

Un Presidente può anche far sorridere se scambia l’Egitto con il Messico, se scivola sulla scaletta dell’aereo. Ma se gestisce le crisi internazionali con abilità e determinazione, se la sua politica economica crea benessere, posti di lavoro, mette sotto controllo l’inflazione, forse andrebbe giudicato per questo e non per aspetti folkloristici. Non fa lo stesso effetto delle gaffe di Biden ascoltare frasi oggettivamente terrificanti come quella pronunciata da Trump. E qui l’età c’entra fino ad un certo punto. Trump non è mai stato entusiasta della Nato. Ne ha fatto sempre e solo una questione di soldi. Nella campagna elettorale del 2016 disse che se Putin avesse attaccato i Paesi baltici li avrebbe aiutati solo dopo aver verificato “l’adempimento dei loro obblighi nei nostri confronti”. Un’America fuori dalla Nato sarebbe una tragedia mondiale e non solo per l’Europa che finirebbe nel mirino della Russia ma anche per gli Stati Uniti che vedrebbero crescere a dismisura la sfera di influenza sia di Mosca che di Pechino. Il fortino americano isolato dall’Europa non resisterebbe a lungo.

Oltre a fare il loro dovere, spendere il 2% del Pil per la difesa, i Paesi europei farebbero bene a rimboccarsi le maniche e a cominciare a pensare ad una difesa comune all’interno della Nato. Razionalizzando le spese e creando un credibile deterrente da utilizzare non solo per scoraggiare possibili aggressioni in Europa ma anche per supportare una politica estera dell’Unione più dinamica e convincente. L’America ringrazierà.

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