Un recente rapporto ha gettato luce su una realtà allarmante nel mondo della sicurezza informatica: le vittime del ransomware hanno versato ai loro aggressori più di 1 miliardo di dollari solo lo scorso anno. Questa cifra senza precedenti svela il dilagare di una pratica criminale che vede molti hacker informatici estorcere denaro impunemente a individui e istituzioni. Lo studio, condotto nel 2023 da Chainalysis, un’azienda specializzata nel monitoraggio dei pagamenti in criptovaluta in tutto il mondo, ha rivelato che gli attacchi ransomware si verificano quando hacker criminali penetrano nelle reti informatiche di organizzazioni come aziende, ospedali o sistemi scolastici. Questi criminali crittografano i computer delle loro vittime, rubano file sensibili o entrambi, e richiedono pagamenti in criptovaluta per ottenere le chiavi di sblocco dei computer o promettono di non divulgare i file.
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La portata e l’audacia di questi attacchi sono evidenti: le persone coinvolte possono trovarsi ovunque e molti dei grandi gruppi di hacker ransomware operano di lingua russa, sfruttando il fatto che la Russia non estrada i suoi cittadini. Nonostante gli sforzi per contrastare il crimine del ransomware, la promessa di ricchezza e la relativa mancanza di conseguenze hanno attirato un numero sempre maggiore di hacker ransomware. Jackie Koven, responsabile dell’intelligence sulle minacce informatiche presso Chainalysis, ha commentato questa tendenza, affermando che “i nuovi arrivati sono attratti dalle prospettive di guadagni elevati e dalle basse barriere all’ingresso”. Questo fenomeno è alimentato dalla crescente sofisticazione degli hacker, che trovano modi creativi e avanzati per infiltrarsi nei computer delle vittime. Tuttavia, non tutti gli attacchi ransomware sono opera di hacker sofisticati. Molti sono semplicemente individui alla ricerca di ricche aziende che possono permettersi di pagare.