È ora che la politica si assuma le proprie responsabilità e agisca per garantire un servizio pubblico radiotelevisivo veramente libero e indipendente, in linea con gli standard europei e le sentenze della Corte Costituzionale. Come? Con l’uscita di tutti i partiti dalla Rai, con una riforma radicale per garantire l’indipendenza della Tv di Stato e, di conseguenza, la libertà del servizio pubblico e della stampa in Italia. Questa la richiesta venuta fuori ieri che arriva da Usigrai e Federazione nazionale della stampa al termine di una conferenza stampa a Roma a cui hanno partecipato Ordine dei Giornalisti nazionale e del Lazio, Slc Cgil e le associazioni No Bavaglio, Move on Italia, Forum Terzo Settore, Giornale Radio Sociale e Articolo 21. Il tema centrale emerso durante l’incontro è stato chiaro e inequivocabile: non si tratta semplicemente di un riequilibrio interno all’azienda, bensì dell’uscita totale dei partiti politici dalla Rai per costruire un sistema mediatico più democratico e in linea con gli standard europei.
Riforme da adottare
Daniele Macheda, Segretario dell’Usigrai, ha sottolineato la necessità di riformare la legge di nomina dei vertici Rai e di garantire risorse finanziarie stabili e durature all’azienda. Una richiesta ribadita nel corso degli anni, attraverso diversi governi di vario orientamento politico, senza riscontri concreti. Macheda ha insistito sul fatto che il problema non può essere risolto con manifestazioni isolate, ma deve essere affrontato e risolto direttamente in Parlamento. Inoltre Macheda ha criticato aspramente il concetto di “riequilibrio”, sottolineando che la necessità di tale azione è sintomo di un sistema che non funziona correttamente, dove ogni nuova gestione deve correggere gli squilibri della precedente. Altrettanto importante è l’ascolto dei cittadini, i veri fruitori del servizio pubblico, i quali devono essere coinvolti nel definire il futuro della Rai che invece “è alle dipendenze del governo. Saremo monotoni, ma è evidente che il problema non si risolve con i sit-in, ma in Parlamento. Abbiamo detto la nostra anche in Senato, abbiamo proposto una modalità di riforma della Rai con risorse certe. Lo abbiamo ripetuto anche alle commissioni cultura riunite”.
L’indipendenza della Rai
Il Presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani ha evidenziato l’impegno dei sindacati nel difendere l’indipendenza della Rai, citando casi concreti di opposizione a decisioni politiche nocive per il pluralismo dell’informazione. Ha quindi sottolineato che la battaglia per l’articolo 21, che garantisce la libertà di stampa, è una lotta che coinvolge tutti i cittadini, non solo la categoria dei giornalisti.
Alessandra Costante, Segretaria della Fnsi, ha ribadito l’importanza di una riforma della Rai conforme agli standard europei, sottolineando il Media Freedom Act e la necessità di garantire autonomia e indipendenza all’azienda pubblica. Ha esortato sia l’opposizione che la maggioranza a presentare riforme di legge concrete, mettendo fine al “feroce spoil system” (un modello fiduciario di selezione dei dirigenti pubblici da parte del vertice politico) che danneggia la tenuta democratica del Paese.