venerdì, 15 Novembre, 2024
Esteri

I pubblici ministeri chiedono l’ergastolo per Schulte, l’ex hacker della Cia che ha divulgato segreti a WikiLeaks

L’ex ufficiale della Cia, Joshua Adam Schulte, condannato per aver divulgato pubblicamente strumenti segreti di hacking, è stato giudicato giovedì pomeriggio presso il tribunale federale di New York. I pubblici ministeri ne hanno richiesto l’ergastolo. Schulte era stato condannato per la cosiddetta fuga di notizie del Vault 7m e per il possesso di immagini di abusi sessuali su minori. Schulte ha lasciato la Cia nel 2016. E’ stato definito dai pubblici ministeri come colui che ha commesso alcune delle violazioni più gravi e sfacciate dell’Espionage Act nella storia americana. Avrebbe rubato strumenti informatici estremamente sensibili per la raccolta di informazioni dalla CIA, consegnandoli a WikiLeaks, che a sua volta li ha pubblicizzati agli avversari dell’America nel 2017. La difesa, invece, ha chiesto una condanna a nove anni, sostenendo che Schulte era stato sottoposto a continue torture durante i sei anni di reclusione dal suo arresto. Lo descrivono come un giovane brillante e gentile, i cui crimini rappresentano un comportamento aberrante.

Danno grave

In una missiva inviata alla corte, il vicedirettore della Cia David Cohen ha sottolineato che la divulgazione non autorizzata di informazioni riservate ha causato un danno eccezionalmente grave alla sicurezza nazionale del paese, mettendo direttamente a rischio il personale, i programmi e le risorse dell’agenzia. Le prove presentate durante il processo hanno dimostrato che Schulte faceva parte di un’unità di hacking d’élite della Cia, ma era divenuto insoddisfatto del suo lavoro e potrebbe aver diffuso il materiale come un atto di vendetta nei confronti dei suoi colleghi. Dopo essere stato catturato, Schulte ha dichiarato di essere impegnato in una “guerra dell’informazione” tentando di rivelare ulteriori informazioni riservate dal carcere, sfidando apertamente gli avvertimenti e le disposizioni del tribunale. Prima e dopo il suo arresto, i pubblici ministeri hanno affermato che Schulte ha nutrito una ripugnante ossessione personale attraverso la raccolta e la visione di una vasta quantità di materiale pedopornografico.

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