venerdì, 20 Dicembre, 2024
Cultura

Il linguaggio della Pace e della Fratellanza nella cultura contemporanea

Nel convegno svoltosi nella Sala Protomoteca del Campidoglio, anche alla presenza del Prefetto di Roma dottor Lamberto Giannini, dal titolo “Il linguaggio della Pace e della Fratellanza nella cultura contemporanea”, è emerso, tra l’altro, che il linguaggio dell’uomo si è modificato fino a diventare un luogo della mente nel quale si può strutturare e costruire il pensiero libero il link. Il linguaggio è un modo di concepire le cose e rappresentarle per come si sono presentate alla nostra coscienza.

È possibile che il nostro modo di parlare, nella cultura contemporanea, influisca anche sul nostro modo di percepire e rapportarci con il mondo che ci circonda? Questa è proprio l’ipotesi sostenuta da Whorf e Sapire, nella loro famosa ipotesi della relatività linguistica.
Quando gli ascoltatori si confrontano con la comprensione di un enunciato non possono più fare riferimento solo ai suoni o alle parole che lo compongono, ma una volta individuate le strutture di base dell’enunciato, fanno automaticamente riferimento anche ai contenuti propositivi soggiacenti, sulla base dei quali le informazioni vengono immagazzinate nella memoria.
Quando pensiamo al significato di una parola, la parola stessa porta con sé una serie di conoscenze relative da una parte alle proprietà percettive che si riferiscono ad esempi del concetto cui è collegata la parola, e dall’altra alle sue relazioni con altri concetti similari: nel convegno, Pace-Fratellanza.
I linguaggi contemporanei sono luoghi organizzativi al cui interno vengono costituiti oggetti linguistici di vario genere -a livello fonetico si costruiscono i fonemi, a livello morfologico i morfemi, a livello lessicale i lessemi e così via. Queste regole permettono ad ogni linguaggio umano di essere produttivo, e cioè di poter produrre, a livello di principio, un numero infinito di nuove frasi, atte ad esprimere qualsiasi concetto o pensiero strutturato.
Nel convegno, al quale sono intervenuti molti giovani, ci si è soffermati spesso sull’importanza dell’utilizzo di un linguaggio educativo e formativo che possa far strutturare, nell’assoluta libertà di pensiero e fuori dal pensiero unico, una capacità di ragionamento critico e di collegamento fra i diversi luoghi delle problematiche della società contemporanea attuale e di saper porre al confronto le numerose soluzioni.
In un contesto culturale complesso e variegato, nel quale sono stati affrontati i temi della guerra e dell’odio tra i popoli, anche da alcuni giovani provenienti da diverse città d’Italia, il Presidente del Parlamento della legalità, Nicolò Mannino, che ha organizzato il Convegno, ha consegnato al prefetto Giannini il “premio memorial Giuseppe di Matteo” il bambino ucciso e sciolto nell’acido 28 anni fa.
Quando, poi, ha preso la parola il dottor Vincenzo Mallamaci, presidente dell’associazione “e ti porto in Africa”, che ha saputo rappresentare con lucidità di pensiero e verità libera, quello che vede lui nei suoi viaggi in Africa, e le sofferenze che i bambini lì vivono, la sala è scesa nel più profondo silenzio, per poi esplodere in un applauso sentito e vissuto con commozione.
Anche il Prefetto, ricevendo il premio dal dottor Sardisco, vicepresidente del Parlamento della Legalità, ha rivolto un pensiero sentito ai giovani esortandoli a costruire un pensiero di legalità.
Nel contesto di un evento che ha sottolineato l’importanza dell’impegno per la legalità e la pace, il Comune di Roma ha conferito la sua prestigiosa medaglia al Parlamento della Legalità Internazionale.
La medaglia è stata consegnata dal Presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli.
Momento particolare è stato quello nel quale il “piccolo bersagliere Bernardino”, vestito di tutto punto e tromba alla mano, ha intonato il silenzio ed ha ricevuto i complimenti dal Colonnello Mignone.

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