sabato, 22 Febbraio, 2025
Giovani

Oltre la metà dei giovani dichiara che non vuole diventare genitore

Indagine Coop sulle aspettative degli italiani per il 2024: “Un Paese in pausa”

Secondo una indagine Coop sulle aspettative dei manager italiani per il 2024, circa una persona su tre dichiara di aver rinunciato ad acquistare casa o a cambiare lavoro. Vorrebbe, ma già sa che non lo farà. E tra i giovani 20-40enni, oltre la metà si dichiara per nulla interessata a diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe un figlio, ma già prevede che non sarà possibile. Interrogati sullo stato d’animo con cui si inizierà l’anno, nonostante una certa inquietudine per le tensioni geopolitiche, l’instabilità economica e i cambiamenti climatici, tra i sentimenti dominanti dei cittadini trovano posto la serenità (33% degli intervistati) e l’accettazione (28%). Così, in un clima tra il positivo e l’amaro, gli italiani più attivi, ma anche sempre più invecchiati, tendono ad abbandonare i sogni e i progetti per il futuro.

Paese in pausa

“Un Paese in pausa”, rivela l’indagine, reduce da un anno difficile e a tratti drammatico: dal nuovo scenario di guerra israelo-palestinese, alle catastrofi climatiche fino alla concreta perdita di potere d’acquisto. Nel contesto globale, secondo i manager italiani intervistati dall’Ufficio Studi Coop a dicembre, ancor più dell’economia il maggior elemento di instabilità dello scenario globale nei prossimi 12 mesi saranno proprio i potenziali nuovi conflitti; li teme il 45% del campione a fronte di un 23% preoccupato dai fenomeni climatici estremi e di un 22% allarmato dall’andamento dell’economia internazionale. E tra gli elementi di maggiore preoccupazione figurano proprio gli esiti delle molte tornate elettorali, a partire da quella americana (è quanto dichiara il 44% del campione).

Rifugio nel privato

Gli italiani trovano conforto nella sfera privata, della famiglia e degli affetti più vicini e sembrano invece aver dovuto rinunciare alla speranza di potersi costruire un futuro migliore. La speranza (parola spesso associata nelle rilevazioni precedenti all’anno che verrà) viene citata da poco più di un quinto degli italiani (22%); erano un quarto un anno fa (26%) ma quasi 4 su 10 (37%) alle soglie del 2022 post pandemico (indagine di dicembre 2021). E allo stesso modo viene meno la previsione di un concreto cambiamento che passa dal 15% del 2022, al 13% del 2023 e si ferma al 12% del 2024. Tra le parole che più tendono a connotare l’anno appena iniziato trovano spazio serenità (33%) e accettazione (28%) Una propensione positiva che si fa strada però non senza sacrifici.

Rinuncia continua

L’Ufficio Studi Coop scrive, inoltre, che “a forza di rinvii e rinunce, gli italiani si acconciano ad una vita fatta di piccole cose, obbligati ad avanzare giocoforza per sottrazione più che per aggiunte e il futuro del Paese si contrae in una dinamica temporale dominata dal presente. A farne le spese sono soprattutto i grandi progetti e le occasioni di svolta della vita”. Quasi un cittadino su 3 vorrebbe acquistare una casa (29%), oppure vorrebbe cambiare nazione (28%), ma già sa che non lo farà allo stesso modo il 30% degli occupati vorrebbe cambiare lavoro, ma sa che non sarà possibile farlo. Impressiona soprattutto che tra i giovani 20-40enni la metà (51%) si dichiara per nulla interessata a diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe un figlio, ma già prevede che non sarà possibile. “Forse il segnale più amaro della rinuncia al futuro che sembra caratterizzare la società italiana negli ultimi anni”.

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