Fermare la crisi del sanità pubblica è un dovere. Oggi di fronte alla emergenza di un sistema che crolla sotto il peso di tagli, di riforme fatte per i bilanci e non per medici e assistiti, è necessaria una visione nuova e operativa.
Serve la lungimiranza di un riformatore tenace come l’ex ministro Dc Carlo Donat Cattin che seppe tutelare e rendere moderno il Servizio sanitario nazionale. Lo diciamo sapendo bene che il premier Giorgia Meloni ha inserito la sanità tra le priorità della sua agenda di Governo, ma temiamo che non sarà ancora abbastanza. È necessario che la politica, i partiti e il Parlamento sappiano agire con rapidità e determinazione per creare una svolta di fronte al baratro verso cui ci stiamo avvicinando ogni giorno di più.
La crisi del Ssn da fermare
Oggi dobbiamo fare i conti con una situazione difficile, tra lunghe file di attesa per esami diagnostici delicati e addirittura vitali, di apparecchiature obsolete e da ammodernare, della fuga di medici, la carenza dei infermieri, il profondo disagio e insoddisfazione del personale sanitario. Molte strutture hanno subìto negli anni un abbandono sotto diversi profili: le strutture edilizie, il personale, la tecnologia, della manutenzione. Questo quadro compromesso è emerso in modo drammatico con il Covid. La situazione dopo la pandemia risulta anche peggiorata per tutto ciò che è rimasto indietro, con il reale rischio di non essere pronti di fronte ad altre rischiosissime sfide.
Nuovi pericoli da fronteggiare
Abbiamo pubblicato su la Discussione negli ultimi giorni, più di un servizio sulla ondata anomala di casi di tumore e di gravi malattie. Le segnalazioni sono già di per sé un allarme come quella di Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, dopo che il “Wall Street Journal” ha manifestato lo “sconcerto” degli oncologi per un boom delle diagnosi di cancro nella fascia under 50. In Italia gli oncologi medici si sono accorti che da un punto di vista clinico sono alle prese con più casi di cancro tra i giovani. I dati sono uniformi nel sottolineare il forte aumento globale dei tumori nelle persone sotto i 50 anni, con i tassi più alti in Nord America, Australia ed Europa occidentale. È al lavoro una task force di ricercatori che stanno cercando di capire le ragioni di questo aumento. Il sospetto cade sui nuovi e non salutari stili di vita, più sedentarietà e stress, più alimenti ultra-processati, nuove tossine, tutto questo si teme abbia innalzato il rischio per le generazioni più giovani.
Meloni e il Governo accelerino
Se la sanità dovrà fronteggiare nuove emergenze, abbiamo già in Italia (così come in Occidente) un problema di preoccupante attualità. Il raddoppio demografico degli over 70, per cui gli anziani sono il doppio dei ventenni. Situazione inedita nella storia della umanità, che comporta un sevizio sanitario studiato per le persone fragili e avanti con l’età. Si tratta di mettere in campo strategie del tutto nuove, efficaci e rapide. Anche le leggi vanno adeguate ai servizi da offrire, in particolare nei piccoli paesi e centri, ma di tutto questo per ora si intravede poco. I dati dell’Osservatorio sul Servizio sanitario nazionale non sono incoraggianti nel dire quando arriveremo finalmente ad un “ospedale sicuro e sostenibile” così come previsto dalla “Missione Salute” del Piano nazionale di ripresa. Nel contempo il Servizio sanitario pubblico rischia di essere travolto, e sempre meno accessibile a tutti, creando una crescente divisione tra malati che possono permettersi economicamente le cure e chi invece deve attendere e rinunciare. In altre occasioni ho sottolineato che per numerosi motivi, in particolare etici, non possiamo permetterci, un modello sanitario lontano da quello attuale che si fonda sui principi universalistici previsti dall’articolo 32 della Costituzione.
Nel solco di Donat Cattin
La situazione è certo difficile ma il Governo ha già promosso il nuovo contratto dei medici, ci saranno aumenti, incentivi, e percorsi di carriera di meritocrazia. Saranno pronti i bandi per le assunzioni, per accelerare la riforma del Pnrr. Ma bisogna ancora risolvere il nodo del ruolo delle Regioni che hanno reso disfunzionale un settore che non trova più accordi efficienti tra direttive e indicazioni nazionali e la loro applicazione nei territori. Bisogna aprire un costante dialogo di merito sulle scelte da fare con le Associazioni professionali e con i sindacati. È una riforma impegnativa che deve avere al timone un nuovo Carlo Donat Cattin che seppe coniugare le diverse esigenze. La tutela in particolare dei pazienti e di quanti operano nella sanità pubblica. Noi sappiamo l’impegno messo in atto da questo passato esponente battagliero e limpido della Dc. Abbiamo fatto tesoro delle sue appassionate idee e realizzazioni e, come alcune altre associazioni che sono vicino al pensiero di Donat Cattin, ogni anno puntuali promoviamo delle giornate di studio a Saint Vincent. Sono per noi momenti di viva partecipazione ai temi e proposte della allora Democrazia Cristiana, chiamando a raccolta personalità di ogni cultura politica e di diversi settori, perché oggi al nostro Paese serve ancora quella autentica e operosa visione dell’Italia.