Si chiama Fleximan, sembra uno, ma sono tanti. In Piemonte è già stato identificato: è un cinquantenne di Ossola segnalato dai carabinieri. In Veneto non ancora. Altri sono entrati in azione in località sparse per l’Italia: l’ultimo segnalato in provincia di Lecce. Sono quelli che segano con il flessibile le colonnine che reggono le telecamere degli autovelox. Il Veneto è la regione da dove è partito il fenomeno e dove il contesto è più favorevole.
Uno e tanti
Il flagello degli autovelox protesta contro la miriade di multe che arrivano sempre ai “soliti pendolari” che superano i limiti di velocità. Qualche politico locale cavalca l’iniziativa, altri condannano. Sono arrivati a una ventina gli episodi registrati dalla cronaca con tagli di pali, esplosione di colonnine, “accecamenti” di telecamere. A Cadoneghe, in provincia di Padova, un gruppone di residenti ha organizzato anche dei cortei di protesta contro l’eccesso di multe. Le forze dell’ordine, al contrario della narrazione quotidiana, non credono che si tratti di una sola persona in grado di agire su un’area così vasta: c’è l’effetto condivisione e anche un po’ di emulazione.
Ma serve o non serve?
Nell’alto Veneto, in Cadore, a Villa del Conte la sindaca Antonella Argenti è con i tartassati anti-autovelox, ma con i distinguo: “la standing ovation che stanno raccogliendo questi delinquenti, perché questo sono – ha dichiarato pubblicamente – la dobbiamo ascoltare. Gli autovelox sono strumenti repressivi, l’Italia ne ha il triplo che nel resto d’Europa. La gente è stanca di essere vessata. Dovremmo fare educazione e prevenzione.” Insomma anche i sindaci, come pure Sarah Gajani di Villanova, ammettono che servirebbe più “buonsenso”. Ma tanti cittadini sono convinti che tutte quelle multe servono ai comuni “per fare cassa.” Il Presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, nota che l’autovelox “è uno strumento che non funziona; non ha fatto diminuire il tasso di incidenti.” E mentre continuano i danneggiamenti e continua la caccia all’ipotetico Fleximan, che ha acceso la fantasia di qualche narratore, si è fatta sentire anche l’Associazione Vittime della Strada del Camposampierese, nel padovano. La presidente Franca Barison, che ha perso una figlia in un incidente stradale, ha ricordato che “una multa è meglio di una telefonata. E’ ora di vedere meno croci e mazzi di fiori ai bordi delle strade.”
Quanti sono gli autovelox?
Secondo ultimi dati del Ministero dell’Interno, risalenti al 2021 lungo le strade italiane ci sarebbero circa 11.130 autovelox, con i tutor e telecamere ai semafori il numero sale a 14.297. Un numero cresciuto di circa il 40% negli ultimi anni, che ha fatto aumentare del 61% gli introiti dei Comuni dovuti alle multe tra il 2021 e il 2022. In totale sono stati incassati 75.891.968 euro nel 2022; quasi 30 milioni in più rispetto ai 46.921.290 dell’anno prima. Negli altri paesi europei sono molto meno: nel Regno Unito sono circa 7.700, in Germania e Francia ancora meno, rispettivamente 4.700 e 3.780, e in Spagna appena 1.390. Le multe, generalmente, sono più severe: in Francia si parte da 1.500 euro e perdita di punti sulla patente. In Svizzera chi supera il limite dei 26 chilometri nei centri abitati può essere denunciato e perdere la patente per 3 mesi, mentre le multe per eccesso di velocità sono proporzionate al reddito: in Finlandia, ad esempio, le più salate possono arrivare fino a 42 mila euro.