sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

Gaza, spari su folla che cercava cibo. L’esercito israeliano apre un’inchiesta

Tajani in Israele: non demordere sulla soluzione due popoli, due stati

Non è ancora chiaro cosa è accaduto a Gaza. Secondo il ministero della Sanità le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro una folla di civili palestinesi durante una distribuzione di aiuti umanitari. Il portavoce del ministero, Ashraf al Qadra, ha scritto sul suo canale Telegram, che ci sono stati venti morti e centocinquanta feriti. Ma sull’episodio l’esercito israeliano afferma che sta esaminando le accuse perché non è del tutto chiaro quanto accaduto. Intanto ieri la Casa Bianca ha condannato il bombardamento di un centro delle Nazioni Unite nel sud di Gaza, ribadendo la sua posizione secondo cui Israele ha la “responsabilità di proteggere i civili.” L’attacco al rifugio gestito dall’Unwraha scatenato la condanna internazionale, con le Nazioni Unite che hanno denunciato un “palese disprezzo” per il diritto umanitario internazionale. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha anche annunciato l’imposizione di sanzioni nei confronti di 4 alti leader Houthi nello Yemen a seguito degli attacchi contro le navi che transitano nel Mar Rosso.

Israele ringrazia l’Italia

Intanto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha incontrato il Presidente israeliano Herzog e il premier Netanyahu, assieme al suo omologo israeliano, Israel Katz, ha avuto un colloquio le famiglie degli israeliani rapiti Almog Meir Jan, Tamir Nimrodi e Yair Yaakov. Katz ha ringraziato Tajani per gli sforzi dell’Italia contro i finanziatori del movimento palestinese Hamas in Europa e ha chiesto di proseguire l’attività contro i sostenitori del gruppo islamista in Europa e in Italia. Il capo della diplomazia israeliana ha inoltre chiesto a Tajani di collaborare con il governo libanese per il ritiro del partito sciita filo-iraniano Hezbollah dal Libano meridionale e ha messo in guardia contro una guerra che danneggerebbe gravemente i cittadini libanesi. E il Libano, infatti, tramite il ministro degli Esteri Abdullah Bou Habib, si è detto disponibile ad aprire negoziati con Israele, mediati da Onu o altri paesi neutri, per definire il confine terrestre. Sulla proposta due popoli-due stati,Tajani resta comunque realista e dichiara che “in questo momento certamente la parte israeliana non è entusiasta. Lo capisco anche perché sono in guerra e per il fronte interno è difficile parlarne”, però “non bisogna demordere sulla soluzione dei due Stati. E’ quella che riguarda il futuro, senza allentare la sicurezza attorno a Israele.”

Netanyahu: Qatar “problematico”

Quanto agli ostaggi ieri è scoppiato il caso delle registrazioni del premier israeliano Netanyahu che criticava il Qatar definendolo più “problematico” delle Nazioni Unite e della Croce Rossa. Il Qatar è, con Egitto e Stati Uniti, il paese che più si è speso per i negoziati di tregua da dopo l’attacco del 7 ottobre. Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al Ansari, ha affermato che il suo Governo è “sconcertato dalle presunte osservazioni attribuite al primo ministro israeliano”, aggiungendo che, se si scoprisse che sono vere, “Netanyahu starebbe ostacolando e minando il processo di mediazione, per ragioni che sembrano servire alla sua carriera politica.” Comunque niente di rilevante perché tra Israele e Qatar ci sono distanze di lungo tempo, tanto che il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha risposto accusando Doha di “sostenere e finanziare il terrorismo”, prima di affermare che il Qatar è “largamente responsabile” degli attacchi del 7 ottobre contro Israele.

Sentenza dall’Aja

Oggi è attesa la sentenza della Corte internazionale di giustizia sulle accuse di genocidio contro Israele presentate dal Sudafrica. “Ci aspettiamo che la Corte respinga queste accuse illegittime e capziose” ha detto il portavoce, Eylon Levy. Mentre il Jerusalem Post ha rivelato che conti aperti presso tre importanti banche sudafricane sono utilizzati per sostenere attività di Hamas mediante “una rete di organizzazioni sudafricane e compagnie di comodo.”

Giorno della Memoria

E sulle manifestazioni pro-Palestina annunciate per il 27 gennaio, Giorno della Memoria, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha detto che “ci sono delle valutazioni in corso.” Nel frattempo le autorità di pubblica sicurezza stanno incontrando gli organizzatori di queste manifestazioni per sollecitarne una autonoma possibilità di spostarle ad altri giorni. “In fondo”, ha spiegato il ministro, “differirle in altri giorni non significa negare libertà di manifestare ma fare qualcosa che le rende compatibili con i valori connessi alla ricorrenza del 27 gennaio.”

Ristorante “7 Ottobre” in Giordania

Ridicola provocazione in Giordania dove ha aperto un nuovo ristorante che si chiama “7 ottobre”. Il ristorante si trova a sud della città di Kerak. La clip che mostra il locale è stata pubblicata su X da Dima Tahboub, ex membro del parlamento, scrittrice, analista politico e membro dei Fratelli Musulmani in Giordania. Il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha chiesto la condanna, “pubblicamente” e “inequivocabilmente”, da parte dei leader giordani: “la vergognosa glorificazione del 7 ottobre deve finire.” Il sito di notizie israeliano Ynet ha riferito di aver parlato al telefono con il proprietario del ristorante, il quale ha risposto che il nome è stato cambiato semplicemente in “October 7” e ha affermato che comunque non voleva essere una una dichiarazione politica.

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